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L’Italia è al primo posto in Europa per produzione farmaceutica. Dopo anni di inseguimento, ha infatti superato la Germania con una produzione di 31,2 miliardi di euro, rispetto ai 30 dei tedeschi. Un primo posto certamente influenzato dal boom dell’export, che ad oggi sfiora i 25 miliardi. Il successo è stato evidenziato oggi dal Presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, che in occasione dell’Assemblea Pubblica di Farmindustria ha celebrato il successo del nostro Paese, sottolineando come sia necessario proprio in questo momento rafforzare la partnership con le Istituzioni per costituire una “governance di lungo respiro”.
L’importanza dell’export
Farmidustria mette in luce come la crescita della produzione negli ultimi 10 anni sia stata determinata al 100% dalle esportazioni. L’Italia ha segnato il maggiore incremento dell’export farmaceutico tra i Big Ue negli ultimi 10 anni (107% complessivo rispetto a 74%). In particolare, l’export è cresciuto dal 1991 al 2017 di 15 volte e nella classifica per export dei 119 settori dell’economia in Italia, nel 1991 i medicinali erano al 57/mo posto, oggi sono al quarto (dopo due settori della meccanica e gli autotrasporti).
Inoltre, nella classifica nazionale per export dei poli tecnologici di tutti i settori, i primi due sono farmaceutici – Lazio e Lombardia – e Toscana e Campania sono rispettivamente al quarto e al settimo posto. Il settore farma costituisce il 55% dell’export hi-tech del Paese.
Qual è il quadro generale sull’occupazione di settore?
La situazione occupazionale delineata da Farmidustria è chiara. Le imprese del farmaco avanzano su tale fronte: gli addetti nel 2017 hanno raggiunto quota 65.400 (93% a tempo indeterminato), 1.000 in più rispetto all’anno precedente. E nell’ultimo triennio le assunzioni sono state circa 6.000 ogni anno. Ottima anche la situazione dell’occupazione giovanile: secondo i dati Inps, in due anni (dal 2014 al 206) gli addetti under 35 nell’industria farmaceutica sarebbero aumentati del 10%, rispetto al +3% del totale dell’economia.
L’associazione delle imprese del farmaco coordina anche un progetto pilota, avviato dal Ministero dell’Istruzione (MIUR), di Alternanza Scuola-Lavoro “in filiera”. Un progetto che vuole dare la possibilità agli studenti degli ultimi anni di scuola superiore di entrare in contatto con il mondo delle imprese. E tante sono anche le donne occupate, pari al 42% del totale, molto di più rispetto alla media del totale industria (25%). Spesso con ruoli importanti nell’organizzazione aziendale. Sono donne infatti circa il 40% di dirigenti e quadri. Con il 52% di ricercatrici, si può poi affermare che la ricerca sia di colore “rosa”.