Storie di Uomini & Aziende

Storie di Aziende: Recordati

E’ stata la notizia economica di fine giugno. Il fondo britannico Cvc Capital rileva la maggioranza del gruppo farma milanese Recordati. Passa di mano la quota di controllo valorizzato in circa 3 miliardi di euro (2.3 miliardi al closing e 750 mil € in strumenti finanziari di debito).
Un’altra azienda farma a controllo familiare passa di mano. Quella più recente riguardava la famiglia Rovati, che aveva ceduto Rottapharm Madaus alla svedese Meda nel 2014 per 2.3 bill. € (da verificare se € o $), ad eccezione di Rottapharm Biotech. Nel 2016 Meda è stata poi acquisita da Mylan per 7.2 bill.$.
La stampa aveva riportato il disaccordo sulla operazione tra i vari membri della famiglia Recordati ed in particolare dall’opposizione dell’attuale Ceo, Andrea Recordati, il quale reinvestirà rimanendo azionista di minoranza. Gli altri componenti (Alberto, Cristina e Hillary, vedova di Giovanni) sono stati invece d’accordo ad accettare l’offerta di cessione della quota di maggioranza societaria (il resto è sul flottante di borsa) a Cvc Capital, che aveva rilevato nel 2016 Doc Generici da Charterhouse.
Si conclude così la storia dei Recordati, così ben raccontata dal volume di Vittorio Sironi “Da speziali ad imprenditori” (Laterza Ed. 1995). E’ una famiglia che proviene da Correggio in Emilia, per poi trasferirsi nella Milano negli anni cinquanta del novecento. Sviluppa prodotti di ricerca propria. Si internazionalizza, comprando la Pravaz Recordati in Brasile e l’Istituto Quimioterapico in Messico, stringendo accordi con Syntex Corporation.
Negli anni sessanta e settanta comincianoad evidenziarsi tra i diversi fratelli Recordati (otto tra fratelli e sorelle) divergenze di veduta strategica. Muore peraltro in incidente stradale Marcello.
Si arriva così alla divisione della proprietà: Arrigo cede ai fratelli il proprio patrimonio e le partecipazioni estere, tenendo per sé l’azienda, nella quale, per i necessari finanziamenti, acca la partecipazione al 50% dell’Eni, attraverso Sclavo (da “Industria delle medicine” – G.Zulia, Edra Ed.2014). “…La Società aveva bisogno di risorse fresche, di cui non disponevo più. Ma volevo mantenere il controllo dell’azienda, quantomeno sul piano gestionale e preservare la sua storia…Ciò non era possibile rivolgendosi a multinazionali straniere che tendono al controllo totale. Pensai che l’ENI …potesse essere un possibile partner.”(da “Speziali ad Imprenditori” – Sironi,pagg. 177/178).
Così ENI entra al 50% in Recordati, contribuendo al consolidamento finanziario dell’Azienda. Arriva il 1983 e l’ENI decide di continuare ad essere socio solo con l’assunzione della maggioranza o quantomeno con poteri gestori. Infatti è il periodo del progetto di formazione da parte del colosso petrolifero del polo farmaceutico, avendo il controllo di Farmitalia Carlo Erba, Sclavo e del 50% di Recordati. Sarebbe stato il più grande gruppo italiano, con rilevanza internazionale. Ma Arrigo Recordati gioca una partita imprenditoriale e politica perché non convinto del progetto, che era sostenuto in particolare dal partito socialista. Inserisce peraltro in azienda Lamberto Andreotti.
Ad inizio 1984 rileva la quota ENI. Di qui la necessità di finanziare l’operazione. Ed ecco la quotazione in Borsa di Milano nel 1984 che permetterà lo smobilizzo della partecipazione ENI, che avrebbe poi ceduto la sua quota alla Recordati ed il resto al mercato.
Arrigo scompare nel 1999. Gli succede Giovanni. Gli anni duemila assistono ad una espansione geografica, di acquisizioni e di prodotti da parte del Gruppo recordati. Tra le quali Doms Adrian e Bouchara in Francia, Gruppo Jaba in Portogallo, Orphan Europe, Fric Ilac in Turchia, Opalia Pharma in Tunisia.
A Giovanni succede nel 2016 Andrea, figlio in seconde nozze. E poi la storia di questi giorni con la cessione della maggioranza del Gruppo da parte degli eredi di Giovanni Recordati.
A proposito di Arrigo. Chi lo ha conosciuto e lavorato con lui lo ha apprezzato per una personalità forte, una spontaneità a tratti focosa, da buon emiliano, ed un ego grande tra generosità, arroganza, passione e lucidità. Giovanni invece ha mostrato equilibrio e sicurezza sia come imprenditore che nella conduzione strategica ed operativa, rinunciando anche alla sua vera passione per i rallies automobilistici che ha affrontato con successo in mezzo mondo.
Quante sono le cosiddette “familie owned companies” farmaceutiche italiane di una certa rilevanza che competono nel mercato internazionale? Quante reggeranno l’urto della internazionalizzazione dei mercati e dell’aggressività della finanza? Oggi il campione è il Gruppo Menarini, 43° a livello mondiale (secondo la classifica di Executive Pharmac.), che sta gradualmente mutando la propria governance. Angelini, Chiesi, Zambon, Dompè, Alfasigma – per citarne alcuni – sono tuttora governati direttamente o indirettamente dagli azionisti facenti parte delle famiglie imprenditoriali.