Inaugurato a Bologna G-Factor, il nuovo incubatore-acceleratore di Golinelli

Photo by Joshua Rawson-Harris

A Bologna ieri è stato inaugurato G-Factor, l’incubatore-acceleratore di cinquemila metri quadrati ideato per imprenditori emergenti di tutti i settori. E’ opera di Marino Golinelli, imprenditore, filantropo, ricercatore e fondatore di una delle più importanti industrie farmacutiche a livello globale (www.alfasigma.com).

I luminosi interni della nuova struttura G-Factor si affiancano ai novemila mq dell’Opificio Golinelli, un vero e proprio “ecosistema aperto” in cui sono incentrate in maniera integrata le attività di educazione, formazione, ricerca, trasferimento tecnologico, incubazione, accelerazione, venture capital, divulgazione e promozione delle scienze e delle arti di Fondazione Golinelli. Già quest’ultima nasceva infatti nel 1988 proprio con l’obiettivo di promuovere l’educazione e la formazione, diffondere la cultura scientifica, favorire la crescita intellettuale, responsabile ed etica dei giovani.

Insieme all’inaugurazione di G-Factor, è stato lanciato – sempre grazie alle risorse di Golinelli, artifice di una vera e propria rinascita della periferia bolognese – il primo bando internazionale da un milione di euro per progetti di innovazione e nuove imprese nel settore Life Sciences. Si tratta della “Call for ideas & Start up First edition 2018”, dedicata proprio a tutti quei ricercatori e scienziati giovani o esperti, studenti o professori che ritengono di possedere un’idea potenzialmente vincente da offrire sul mercato farmaceutico, biotecnologico, nutraceutico, medtech, bioinformatico o bioingegneristico.
Gli ideatori dei progetti vincenti seguiranno un programma di nove mesi, intervallati da due eventi pubblici in cui si presenteranno alla comunità scientifica e agli investitori. Durante i nove mesi verranno forniti loro alloggi, laboratori, strumentazioni e spazi di lavoro. L’obiettivo del bando internazionale è proprio favorire l’integrazione tra ricerca, industria e mercato.

«Si concretizza nell’incubatore l’idea di futuro in cui non ci sarà più posto per una frammentazione tra la parte ideativa, sperimentale e produttiva poiché i luoghi della conoscenza, della sperimentazione e della produzione dovranno necessariamente integrarsi per riuscire a far fronte alla velocità del progresso nel quale oggi siamo immersi» ha dichiarato Andrea Zanotti, Presidente della Fondazione Golinelli. «Poniamo un seme che ci auguriamo sia l’inizio di un futuro che riporterà Bologna alla sua vocazione originaria di culla europea do studio e innovazione, il primo seme di un vivaio che dia frutti e sviluppo di cui benefici il territorio e non gli investitori stranieri. L’auspicio è che Prati di Caprara diventi parte di questa scommessa».