Chi sono veramente i manager? Una casta di irresponsabili strapagati o semplici impiegati di lusso, che sacrificano tutto per il lavoro e alla fine del mese aprono la busta paga e fanno di conto? Quali competenze hanno? Sanno tutto di sistemi informativi, ma quanto di comunicazione umana? Tutto di statistica, ma quanto di sociologia? Come si può scegliere tra crescita e sostenibilità, se ogni anno ci si confronta con obiettivi di budget in crescita? Come possono essere recuperati i rapporti umani dentro le aziende? E’ giusto “vincere” o ci si dovrebbe accontentare di “prosperare”? E’ più importante l’efficacia delle cose o la loro bellezza? La generazione di manager di oggi, cresciuta ai tempi della rivincita del liberismo, ha ereditato un modello che non funziona più e per questo si interroga sul futuro: qual è davvero il ruolo del profitto, dell’innovazione, il rapporto con le comunità? Serve un vocabolario nuovo. Servono responsabilità, rispetto,
coscienza e orientamento al futuro. Le aziende non sono soggetti economici con una responsabilità sociale,
ma sono soggetti sociali con una responsabilità economica. Servono visioni, molto coraggio e il tempo per realizzarle. E serve qualcuno che si assuma la responsabilità di guidare. Con umanesimo ed un pizzico di leggerezza.
(Edizioni Feltrinelli, maggio 2018)
Giuseppe Morici è un manager, che ha lavorato nel marketing, nella consulenza e poi come direttore generale e amministratore delegato, in diverse aziende tra cui Procter&Gamble, Monitor, Barilla e Bolton.