Innovation

Ecco perché l’intelligenza artificiale non riuscirà a sostituire la leadership umana

Secondo una delle più efficaci e chiare teorie di management di Fayol, le attività manageriali si sintetizzano in 4 categorie: pianificazione, organizzazione, guida e controllo. Tutti i manager, che raggiungono i propri obiettivi lavorativi attraverso il contributo del proprio team, svolgono quelle 4 funzioni.
Nelle funzioni di pianificazione, organizzazione e controllo i manager saranno nel futuro probabilmente sempre più affiancati, se non sostituiti, da organismi dotati di intelligenza artificiale. Questi ultimi, produrranno performance chiaramente più produttive e competitive di quelle umane.
Ciò è inevitabile, a causa della evidente maggiore capacità e rapidità nell’acquisizione/gestione di grandissime masse di dati.
Un computer riesce a pianificare le proprie strategie, ad organizzare i propri pezzi, a controllare le conseguenze delle proprie mosse in modo assai più efficace di qualunque super manager umano.

Ma il ruolo di guida, in parte rappresentato dal concetto di leadership, quello no, non potrà mai essere sostituito. Non potrà mai essere svolto efficacemente da un computer o da altre tipologie di intelligenza artificiale. E ciò non è dovuto al fatto che esso non sarebbe in grado di apprendere e svilupparsi anche su questo fronte di competenze, ma perché non sarebbe mai in grado di interfacciarsi in modo efficace con la mente umana, come sottolinea in un articolo su HBR Italia Ferruccio Fiordispini, Country Manager di Emergenetics.

Fiordispini, esperto di strumenti e metodi basati sulle neuroscienze per lo sviluppo e la valutazione del personale, spiega come la mente umana sia una realtà fondamentalmente irrazionale, governata da meccanismi che sfuggono a qualsiasi logica, suscettibile e imprevedibile.
Il cervello umano, che sostanzialmente è lo stesso da almeno 60 mila anni (epoca in cui molti studiosi collocano la probabile “rivoluzione cognitiva” che ha prodotto la sofisticata capacità di linguaggio che ci contraddistingue), è un complesso organo che funziona su basi elettrochimiche, di una complessità incommensurabile. Funzioni di governo del metabolismo e del sistema immunitario si combinano con le emozioni che invadono incessantemente le nostre esperienze cognitive e con i pensieri logici e immaginativi che in buona parte si creano nella nostra corteccia cerebrale.
Riuscire a influenzare positivamente questi cervelli, in termini di motivazioni, emozioni, passioni, consensi, fiducia, sentimenti, ossia esercitare una leadership attiva e positiva, è possibile solo per altri cervelli umani. In grado di percepire gli stessi mix psicologici e cognitivi.
Una macchina sarà in grado di esercitare una leadership efficace solo su un’altra macchina, che pensa in modo logico e percepisce in modo oggettivo.
La mente umana, sottolinea Fiordispini, non pensa quasi mai in modo puramente logico e razionale, e più che percezioni sperimenta “appercezioni”, ossia percezioni trasfigurate dai propri stati mentali, talvolta del tutto soggettivi e allucinanti.
E sarebbe proprio l’irrazionalità del nostro cervello a renderci così creativi. Ciò che ha consentito all’uomo di ideare soluzioni nuove per risolvere le innumerevoli diffoltà a cui ha dovuto far fronte fin dall’alba dei tempi. Dall’invenzione della ruota alla stessa creazione dell’intelligenza artificiale.

Il ruolo di “manager” così inteso, dunque, non verrà mai sostituito. Perché “le menti umane hanno bisogno di altre menti umane”. Ma i manager dovranno imparare a migliorare le proprie competenze di leadership. Sarà questa la grande e forse unica vera competenza che li contraddistinguerà dai sistemi di intelligenza artificiale.