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Una compagine di investitori tutta italiana ha permesso ad Altheia Science – startup milanese per la cura di sclerosi multipla e diabete – di chiudere il suo primo round di finanziamenti a 17 milioni di euro. Superando, dunque, l’obiettivo iniziale di 10 milioni di euro.
La notizia conferma che la terapia genica attrae gli investitori italiani. Il settore infatti, anche grazie all’impegno di Telethon – che nel 2016 ha registrato la prima terapia genica approvata come farmaco dall’EMA ed oggi distribuita da GSK – mostra ancora una volta l’eccellenza del nostro Paese nella ricerca.
Alessandra Biffi, fondatrice di Altheia insieme a Paolo Fiorina, sostiene che “la grande sfida è passare dalla cura di malattie monogeniche, causate cioè da difetti di un solo gene, a quelle multifattoriali le quali hanno delle componenti genetiche, ma anche cause estrene all’organismo”. Mentre nel primo caso è spesso sufficiente inserire all’interno delle cellule del paziente una copia “sana” del gene per fermare o rallentare la malattia, nel secondo caso l’approccio è invece molto più complesso.
Pierluigi Paracchi, CEO della società Biotech Genenta e nel Board di Altheia, ha voluto sottolineare che “gli USA sono i leader per scala, ma la qualità dei risultati italiani è pienamente riconosciuta all’estero”.
Genenta, che ha raccolto nel 2017 circa 17 milioni di euro, nei prossimi mesi lancerà due trial con due eccellenze cliniche italiane a Milano. Si tratta del San Raffaele (con Fabio Ciceri, sulle leucemie) e dell’Ist. Besta, per trattare il glioblastoma, tumore solido che resta una grande sfida per l’area oncologica.