Annunciata collaborazione globale strategica tra Amgen e BeiGene

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Amgen ha annunciato ufficialmente di aver accettato l’acquisizione di una quota del 20,5% della società farmaceutica cinese BeiGene per circa 2,7 miliardi di dollari. Lo scopo è quello di accelerare significativamente i piani per espandere la presenza oncologica in Cina. Amgen nominerà anche una persona che farà parte del consiglio di amministrazione di BeiGene.

Murdo Gordon, responsabile delle operazioni commerciali globali di Amgen, ha dichiarato: «Negli ultimi quattro o cinque anni abbiamo lavorato per espandere la nostra presenza geografica. Abbiamo in gran parte completato questo lavoro, e questo è davvero il pezzo mancante del puzzle». Ha inoltre aggiunto che «l’obiettivo ora è garantire che le nuove terapie che rispondono a un bisogno medico non soddisfatto siano approvate rapidamente in Cina come in Occidente o in altre parti dell’Asia».

Alcune analisi stimano che il numero di pazienti oncologici cinesi sia pari a quelli di Usa ed Europa sommati insieme. «La Cina è un paese chiave per Amgen, e per qualsiasi azienda biotecnologica, visto che è il secondo mercato farmaceutico più grande del mondo. Abbiamo già stabilito una presenza iniziale in Cina, quindi questa nuova partnership contribuisce ad accelerare il nostro sviluppo», ha commentato David Meline, Chief Financial Officer di Amgen.

In base all’accordo, BeiGene si occuperà della commercializzazione in Cina di Xgeva (denosumab), Kyprolis (carfilzomib) e Blincyto (blinatumomab), e le aziende si divideranno i profitti. Due di questi prodotti torneranno ad Amgen, uno dopo cinque anni e l’altro dopo sette. Dopo il periodo di commercializzazione, BeiGene avrà la possibilità di mantenere la commercializzazione di un prodotto e di riscuotere royalties sulle vendite cinesi per altri cinque anni sui prodotti i cui diritti sono ritornati ad Amgen. Xgeva è stato lanciato nel paese a settembre, mentre Kyprolis e Blincyto sono entrambi sottoposti a test di fase III.

Fondata nel 2010, BeiGene ha già una forte presenza in Cina, con 2300 dipendenti, di cui 700 nelle vendite e altri 600 nello sviluppo clinico. Ha tre prodotti in commercio e sei farmaci sperimentali in fase avanzata di sviluppo, tra cui zanubrutinib (anti Bruton’s tyrosine kinasi), pamiparib (anti PARP 1 e 2), lifirafenib (anti RAF), tislelizumab (anti PD-1). Nel 2018 ha generato un fatturato di poco meno di 200 milioni di dollari per lo più dovuti alla commercializzazione di Abraxane, Revlimid e Vidaza, tutti venduti su licenza di Celgene. Ha chiuso il 2018 con perdite per $675 milioni.

Le aziende collaboreranno anche per far progredire lo sviluppo di 20 farmaci della pipeline oncologica di Amgen in Cina e nel mondo, con BeiGene che accetta di investire fino a 1,25 miliardi di dollari per questo scopo.

Amgen ha dichiarato che continuerà nel mentre a commercializzare direttamentei suoi prodotti non oncologici in Cina, compreso l’inibitore PCSK9 Repatha (evolocumab), lanciato all’inizio di quest’anno come suo primo prodotto in assoluto. Si prevede inoltre di introdurre un certo numero di altri farmaci non oncologici in Cina nei prossimi anni, tra cui l’anti osteoporosi Prolia (denosumab).

“In un breve periodo di tempo, BeiGene si è affermata come azienda di livello mondiale e partner d’elezione in Cina. Se fossi un leader come Amgen, BeiGene è la prima azienda a cui mi sarei rivolto”, ha dichiarato Brad Loncar, presidente di Loncar Investments, che gestisce un fondo azionario quotato in borsa e incentrato sulle società farmaceutiche cinesi.