Photo by Brian Kostiuk
Una vera e propria delizia per il palato di farmacologi e ricercatori. Parliamo della innovativa tecnologia sviluppata dagli ingegneri del Massachussets Institute of Technology (MIT) americano ed in grado di “valutare” gli effetti di nuovi farmaci. Una versione del corpo umano “in scala”, praticamente.
Utilizzando una piattaforma microfluidica che mette in collegamento tessuti ingegnerizzati prelevati da un massimo di 10 organi, i ricercatori sarebbero infatti in grado di riprodurre in modo accurato le interazioni di questi ultimi per diverse settimane. Una specie di ‘corpo umano su chip’, dunque, in grado di consentire agli scienziati di misurare gli effetti di una o più molecole sugli esseri umani, con la promessa di ridurre in futuro i test sugli animali.
Il team di ricerca ha messo a punto diverse versioni del chip, collegando insieme fino a 10 “mini-organi” (cervello, cuore, polmoni, reni, fegato, intestino, pancreas, endometrio, pelle e muscolo scheletrico) ognuno dei quali costituito da migliaia di cellule che replicano – almeno in parte – il funzionamento e le interazioni del corpo umano.
Lo studio, riportato su “Scientific Reports” è ad opera di personaggi e professori di rilievo all’interno dipartimento di ingegneria meccanica e biologica dell’Istituto e vede, tra gli altri nomi, quello di Linda Griffith.
L’autrice senior dello studio, ha dichiarato che “alcuni degli effetti dei medicinali sono molto difficili da prevedere sui modelli animali” perché questi ultimi “non sostituiscono l’essere umano in tutti gli aspetti necessari per lo sviluppo di un farmaco e la comprensione di una patologia”.
I chip in questione potrebbero infatti essere utilizzati per valutare gli anticorpi e le immunoterapie, difficilmente testabili negli animali perché progettati specificatamente per interagire con il sistema immunitario umano.