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Durante gli ultimi mesi, si sta assistendo ad una vera e propria corsa alla ricerca di una cura per combattere COVID-19. Oltre alle ricerche su potenziali vaccini, si portano avanti studi su farmaci già esistenti ed in commercio per altre indicazioni terapeutiche e analisi di anticorpi prelevati da malati di COVID-19 convalescenti.
I vaccini rimangono – secondo gli esperti – i la migliore arma possibile per riuscire a fermare l’epidemia. I dati pubblicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, rilevano 187 in fase di sviluppo a livello globale. 38 di questi sono attualmente nella fase di sperimentazione clinica e vengono quindi testati direttamente sull’uomo. Se, al termine di tali test, uno di questi prodotti fosse ritenuto sicuro ed efficace nel contrastare COVID-19, otterrebbe l’approvazione per essere utilizzato in massa nella popolazione mondiale. E le prime (milioni) di dosi del futuro vaccino potrebbero già essere distribuite entro la fine del 2020.
Per evitare che i Paesi economicamente più ricchi possano in qualche modo accaparrarsi la maggior parte delle dosi disponibili a discapito delle Nazioni più povere, l’OMS ha deciso di elaborare e coordinare un programma ad hoc. Lo strumento, chiamato COVAX e codiretto dalla Gavi (Alleanza per i vaccini), dalla Coalizione per l’innovazione in materia di preparazione alle epidemie (CEPI) e dall’OMS, è finalizzato ad accelerare lo sviluppo e la produzione di vaccini contro la COVID-19 e a garantire un accesso giusto ed equo a tutti i paesi del mondo.
Si vuole evitare dunque che i Paesi più facoltosi possano acquistare tutte le dosi possibili e/o bloccare l’esportazione delle proprie. Comportamenti similari, en effetti, si sono già verificati a inizio pandemia e riguardavano sia i mezzi di protezione individuale sia i ventilatori polmonari per le terapie intensive. I Paesi che aderiranno a COVAX potranno avere la garanzia di avere accesso a un vaccino sicuro ed efficace, avere anzi un ventaglio di potenziali vaccini. E chiaramente supportare un aiuto economico e garanzia di parità di accesso al vaccino ai paesi meno ricchi.
Finora hanno aderito a COVAX 156 nazioni e sono previsti ulteriori ingressi nei prossimi giorni. Tra coloro che hanno deciso di partecipare a COVAX c’è anche il gruppo di Paesi rappresentati dalla Commissione Europea, il cui contributo finanziario iniziale raggiungerà i 400 milioni di euro. Complessivamente, la somma di denaro raccolta finora è di 700 milioni di dollari, ma ne serviranno quantomeno 2000 alla fine di quest’anno.
COVAX è ritenuto un meccanismo vincente nella lotta contro il virus perchè vuole coinvolgere tutti. La stessa presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella sua dichiarazione di adesione a COVAX, ha dichiarato fin dall’inizio: “La collaborazione a livello planetario è l’unica soluzione ad una pandemia mondiale”.
Chi ad oggi non partecipa al COVAX sono gli Stati Uniti, per ora decisi ad operare tramite accordi bilaterali, e la Cina, che ha come obiettivo dichiarato , quello di fornire al mondo 2 miliardi di dosi di vaccino entro la fine del 2021.