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E’ il “paradosso della parità di genere”. Ed è la psicologia a confermarlo.
Esisterebbe infatti una correlazione chiaramente inversa tra l’indice “di parità di genere” e il numero di donne laureate in corsi accademici scientifici. Secondo uno studio, più le donne raggiungono l’uguaglianza all’interno della società, meno sarebbero portate a scegliere un corso di studi in materie Stem (scientifiche, ingegneristiche, tecnologiche e matematiche).
Questa è la tesi sostenuta nell’articolo “The Gender-Equality Paradox in Science, Technology, Engineering, and Mathematics Education”, che due studiosi psicologi americani hanno pubblicato sulla rivista Psychological Science. InfoData ha quindi poi provato a ricostruire in un grafico il risultato dell’analisi.
InfoData ha in particolare incrociato i numeri relativi alla percentuale di donne laureate nelle facoltà Stem nel 2015 (dati Unesco), con i dati del Global Gender Gap Index 2016 (un indicatore del World Economic Forum, che misura l’uguaglianza di genere in tutti i Paesi del mondo). Il risultato è il seguente:
Fonte: InfoData
Più un punto si trova a destra, maggiore è la percentuale di donne tra i laureati. Più è in alto, maggiore è il valore del Global Gender Gap Index.
In un articolo pubblicato su The Atlantic, si spiega che la questione non riguarderebbe tanto il talento dei singoli, quanto, piuttosto, il tipo di società.
I Paesi in cui esiste una maggiore “parità” tra uomini e donne risultano infatti anche quelli in cui è presente un welfare state più strutturato. Al contrario, quando il Wef assume un valore più basso, non esistono forti sistemi di protezione sociale. E, dunque, il conseguimento di una laurea in una disciplina Stem viene vista come una strada più sicura per crescere e fare carriera, o semplicemente mantenersi ed emanciparsi.
Questa la conclusione alla quale sono giunti i due psicologi.
Per maggiori info, consultare l’articolo La parità di genere allontana le donne dalla scienza (Infodata).