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Ritornano le voci di un riassetto azionario per Kedrion spa. L’azienda, leader nel settore dei plasmaderivati, è controllata dalla famiglia Marcucci, tramite la holding Sestant spa, e partecipata al al 25,06% da FSI Investimenti spa. Secondo quanto riportato su La Repubblica, FSI Mid-Market Growth Equity Fund vorrebbe rilevare una minoranza significativa nel capitale aziendale.
Le ultime voci a proposito di un possibile riassetto azionario erano circolate nel dicembre 2018, dopo un crollo di quatozioni dei bond da 350 milioni di euro. Si diceva che il dossier Kedrion fosse di interessa da parte di Italmobiliare, di Edizione holding , del fondo canadese PSP, del family office della famiglia Usa Koch, di conglomerate cinesi. Kedrion aveva diffuso una nota per precisare che non si spiegava la ragione del crollo delle quotazioni dei bond, dichiarando il fatto che il business andava a gonfie vele. Il gruppo aveva chiuso il bilancio con ricavi per 687,9 milioni e un ebitda rettificato di 148,7 milioni, a fronte di investimenti complessivi per ben 79,9 milioni.
Kedrion ha sede in Toscana. L’azienda raccoglie e fraziona il plasma umano con l’obiettivo di produrre e poi distribuire prodotti terapeutici plasmaderivati da usarel trattamento di patologie gravi quali l’emofilia e le immunodeficienze. Nella sua attività azienda collabora con il Sistema Sanitario Nazionale, al fine di aiutarlo a raggiungere l’obiettivo dell’autosufficienza nell’approvvigionamento di farmaci plasmaderivati. Negli ultimi anni, l’azienda ha ampliato le proprie attività in Ungheria e negli Stati Uniti. Oggi è presente in circa in tutto il mondo: Asia, Europa, nel Nord e nel Sud America.
Nella primavera del 2013 la società aveva analizzato il progetto di ipo, senza però concretizzare nulla e nell’estate 2013 il fondoInvestitori Associati aveva ceduto agli stessi Marcucci la sua quota del 32,25% per 196 milioni. Prima ancora, nel luglio del 2008, Kedrion era arrivata anche a definire un range di prezzo per le azioni di nuova emissione di 9-12 euro per una enterprise value totale di 557-703,4 milioni. Ma in quel caso l’ipo era stata cancellata all’ultimo momento perché il prezzo era alla fine stato giudicato troppo elevato dagli investitori istituzionali.