photo by Arek Socha
Due nuove specie batteriche – Klebsiella spallanzanii e Klebsiella pasteurii – sono state identificate nell’ambito del progetto europeo SpARK: “The rates and routes of transmission of multidrug resistant Klebsiella clones and genes into the clinic from environmental sources” finanziato dal Joint Programming Initiative on Antimicrobial Resistance (JPIAMR). Gli autori sono i ricercatori dell’Unità di Microbiologia del Policlinico San Matteo di Pavia, guidati dal Dott. Piero Marone, insieme ai ricercatori del gruppo del Prof. Davide Sassera del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie L. Spallanzani dell’Università degli Studi di Pavia e del Prof. Claudio Bandi del Dipartimento di Bioscienze dell’Università degli Studi di Milano.
La scoperta – La scoperta è stata pubblicata in data 25 ottobre sulla rivista Frontiers in Microbiology (https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fmicb.2019.02360/full) – è stata possibile grazie al coordinamento dei team italiani con i gruppi del Prof. Edward Feil dell’Università di Bath, del Prof. Jukka Corander dell’Università di Oslo e del Dott. Sylvain Brisse dell’Institut Pasteur di Parigi.
Il progetto SpARK ha come obiettivo quello di investigare la trasmissione dei batteri del genere Klebsiella dall’ambiente all’uomo, per capire meglio le caratteristiche e le vie di diffusione di questo patogeno, motlo pericoloso per la sua estrema resistenza ai trattamenti antibiotici.
Nell’ambito del progetto sono stati raccolti più di 6.000 campioni tra materiali biologici di pazienti e volontari reclutati tra i cittadini pavesi, animali da compagnia e di allevamento, acque di fiume e di irrigazione, campioni di vegetali e suolo raccolti nella città di Pavia e nella provincia pavese (fonte:Unipv).
In questi campioni i ricercatori del San Matteo hanno riscontrato più di 3.000 isolati batterici del genere Klebsiella, i cui genomi sono stati sequenziati e analizzati.
E si è capito che alcuni dei genomi sequenziati non erano riferibili ad alcuna delle specie fino ad allora conosciute. Così i nuovi isolati sono stati analizzati in modo dettagliato.
Una delle due nuove specie è stata chiamate Klebsiella spallanzanii in onore di Lazzaro Spallanzani, docente presso l’Università di Pavia dal 1769 fino al 1799, anno della sua morte. Spallanzani, pioniere nell’applicazione del metodo sperimentale nelle scienze naturali, è ricordato anche per aver contribuito alla confutazione della dottrina della generazione spontanea, con lavori poi seguiti dagli esperimenti del fondatore della microbiologia moderna, il francese Luis Pasteur. A quest’ultimo si è deciso di dedicare la seconda nuova specie scoperta, proprio per il rapporto di proficua collaborazione che si è instaurato tra il team italiano e il team dell’Instituto Pasteur, e del riconoscimento attribuito da Pasteur allo stesso Spallanzani.
Rimane ancora da capire il potenziale ruolo patogeno delle due specie. Fortunatamente tutti gli isolati identificati finora delle due specie sono risultati sensibili a tutti gli antibiotici di ampio utilizzo.