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Negli Stati Uniti è stato avviato il primo test di un vaccino contro Covid-19, mentre l’Europa ha dichiarato che la sua sperimentazione partirà nel mese di giugno. La ricerca corre veloce, ma purtroppo i tempi per un vaccino non saranno brevi: ci vorrà probabilmente più di un anno.
La durata della pandemia è ancora molto incerta, ma la ricerca ad oggi ha mantenuto la sua promessa. In effetti, a metà febbraio il direttore dell’istituto statunitense per lo studio delle malattie infettive Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Diseases) aveva dichiarato che entro due o tre mesi sarebbe iniziato il test del vaccino sviluppato insieme all’azienda Moderna e con la Coalion for Epidemic Preparedness Innovation (Cepi). E il vaccino è stato proprio ieri iniettato al primo dei 45 volontari sani a Seattle. E’ un vaccino a Rna messaggero, ossia un vaccino sintetico, che non utilizza il virus ma la sua informazione genetica. Dopo questa prima fase di test sull’uomo ce ne saranno altre due per avere tutte le risposte necessarie su sicurezza ed efficacia e poi bisognerà aspettare i tempi tecnici per la produzione.
E’ un vaccino a Rna messaggero anche quello che l’azienda biofarmaceutica CureVac, riporta Ansa.it, società attiva fra Germania e Stati Uniti, che si prepara a sperimentare ad inizio estate. L’annuncio è arrivato dalla Commissione Europea: la CureVac “ha già avviato il suo programma di sviluppo di un vaccino anti Covid-19 e si prevede l’avvio di test clinici a partire da giugno 2020”. Mentre in Italia due progetti per il vaccino sono in attesa del via libera alla sperimentazione, sul fronte dei farmaci si prepara un’altra sfida: “lo sforzo che il ministero della Salute e le Regioni stanno facendo per rendere omogeneo sul territorio nazionale il trattamento pazienti”, ha sottolineato il direttore del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli. Che ha aggiunto: “Serve agilità perché abbiamo bisogno di dare risposte immediate e di attivare nel modo più veloce possibile studi clinici”. Un compito, questo, nel quale “l’Italia sta svolgendo un ruolo pionieristico”.
Il vaccino sarà un’arma cruciale contro la pandemia da coronavirus, ma in attesa dei risultati dei test le contromisure da adottare sono il contenimento della difussione e il rispetto dell’igiene.