photo by Narupon Promvichai
Chiesi Farmaceutici e Apotex, Inc., insieme con la sua controllata americana, ApoPharma USA Inc., azienda impegnata in area ematologia e in quella delle malattie neurodegenerative, hanno annunciato ufficialmente di aver siglato un accordo per l’acquisizione da parte del Gruppo Chiesi dei diritti a livello mondiale per un chelante del ferro (principio attivo Deferiprone). Il prodotto è per il trattamento di pazienti con talassemia, inclusa la beta talassemia, rara condizione ematologica genetica che può indurre a complicanze potenzialmente letalei.
Il franchising del Deferiprone entrerà quindi a far parte del crescente portafoglio di prodotti del Gruppo Chiesi dedicato ai pazienti affetti da malattie rare. I 60 dipendenti di ApoPharma, entreranno nel Gruppo. Il che permetterà l’apertura di uffici a Toronto, in Canada.
Il Gruppo Chiesi è già distributore di Deferiprone per Apotex in alcuni paesi, da alcuni anni.
“Le nostre aziende vantano oltre 20 anni di collaborazione di successo su Deferiprone” spiega il dottor Michael Spino, Presidente di ApoPharma. “Non vedo l’ora di iniziare questa nuova avventura con Chiesi e di esplorare come il nostro attuale team ApoPharma possa rafforzare il piano di Chiesi per lo sviluppo di nuovi farmaci nell’area delle malattie rare.”
“Attraverso questa transazione intensificheremo la nostra partnership di lunga data con ApoPharma e saremo in grado di continuare a fornire ai pazienti affetti da questa condizione ematologica un’opzione terapeutica comprovata,” aggiunge Ugo Di Francesco, Amministratore Delegato del Gruppo Chiesi. “Il Deferiprone rafforza la nostra offerta complessiva per i pazienti affetti da malattie rare e consolida ulteriormente la nostra presenza in questa area delicata con una soluzione innovativa e di alta qualità.”
La beta-talassemia
La beta talassemia è una forma di talassemia causata dalla diminuzione del valore dell’emoglobina. Può provocare esiti variabili: dalla quasi totale assenza di sintomi all’anemia grave. È una malattia genetica che può portare a complicazioni potenzialmente letali se non trattata correttamente.
In particolare, gli individui colpiti da questa malattia ereditaria hanno bisogno di trasfusioni di sangue per lungo tempo. Ma i globuli rossi sono carichi di ferro e non esiste un percorso fisiologico per eliminare l’eccesso di ferro dal corpo. Di conseguenza, questi pazienti sono a rischio di sviluppare elevati accumuli di ferro nella circolazione sanguigna e negli organi vitali. A causa dell’aumento della quanità di ferro labile, quest’ultimo inizia a reagire con il suo ambiente per generare radicali liberi, tossici per le proteine e le membrane. Il fegato può tollerare livelli alti di ferro prima che presenti tossicità, ma il cuore e le ghiandole endocrine – pancreas, tiroide, paratiroidi, gonadi, etc. – presentano tossicità a soglie inferiori.
Il Deferiprone agisce legandosi al ferro labile nei tessuti e nella circolazione sanguigna, inattivandolo. E dunque eliminandolo dal corpo, principalmente attraverso l’urina. I pazienti possono continuare così a ricevere le trasfusioni di sangue di cui hanno bisogno per vivere, senza che ciò causi un aumento del livello di ferro nel loro corpo.