Car-T anche per pancreas, colon retto, mammella e melanoma. Il progetto di ACC

CAR-t per tumori solidi/jobinpharma

photo by Michal Jarmoluk

 

Nel progetto triennale di Alleanza Contro il Cancro finanziato dal Ministero della Salute si prevede – come annunciato da ACC – anche l’immediata definizione di processi produttivi utili a contenere i costi delle terapie e il passaggio da piattaforme autologhe alla generazione di banche allogeniche.
Entro gennaio – in 13 dei 26 IRCCS di Alleanza Contro il Cancro – cominceranno le attività del progetto triennale sulle terapie CAR-T, le cellule (linfociti) del sistema immunitario che, dopo essere state prelevate dai Pazienti vengono espanse e ingegnerizzate in laboratorio per distruggere il tumore una volta reintrodotte nel corpo.

Nel programma finanziato dal Ministero della Salute, per il quale sono stati stanziati in due anni 10 milioni di euro, sono coinvolti nche altri Enti non IRCCS come CNR, Fondazione Tettamanti e MolMed. Lo scopo del progetto è lo sviluppo di nuove terapie con cellule CAR-T programmate per distruggere neoplasie attualmente non coperte dall’industria farmaceutica (tra queste Pancreas, Colon Retto, Mammella e Melanoma) e non efficacemente curabili in altro modo.

«È un progetto assai ambizioso – ha dichiarato Concetta Quintarelli, coordinatrice del Working Group Immunoterapia di ACC – ma siamo confidenti di poter concludere lo sviluppo in due anni e di far entrare in sperimentazione clinica, entro tre anni, almeno un paio di farmaci innovativi». Nel mirino del gruppo di lavoro c’è anche l’immediata definizione di processi produttivi in grado di contenere gli elevati costi delle CAR T potenziando la loro attività anti-tumorale, «aspetto in realtà prioritario anche sull’individuazione di nuovi target».

Accanto alla riduzione degli oneri di realizzazione e all’ampliamento del range di patologie trattabili, vi è anche la parallela necessità di ridurre le tempistiche per l’accesso alle terapie, risultato ottenibile, e per questo inserito in agenda di progetto, passando da piattaforme autologhe, ove è quindi prevista la produzione di terapia genica per singolo paziente, alla generazione di banche allogeniche. «Partire quindi da un donatore sano – ha aggiunto Quintarelli – per creare dosi di farmaci destinate a più Pazienti».

Il Ministero della Salute sta anche valutando la creazione e l’implementazione di strutture regionali per la produzione delle terapie cellulari per offrire la possibilità ai pazienti di accedere ai trattamenti con le nuove CAR-T che verranno sviluppate nel prossimo futuro.