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Una seconda Car-T disponibile in Italia. Parliamo del farmaco di Gilead Sciences, che annuncia ufficialmente la rimborsabilità da parte dell’AIFA di Axicabtagene ciloleucel come trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (Dlbcl, diffuse large B cell lymphoma) e con linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (Pmbcl, primary mediastinal B-cell lymphoma) – entrambi recidivanti o refrattari – dopo due o più linee di terapia sistemica. La rimborsabilità in Italia segue l’approvazione europea, avvenuta il 28 agosto 2018.
“Siamo emozionati e orgogliosi – ha dichiarato Valentino Confalone, vice president e general manager, Gilead Sciences Italia – che Axicabtagene ciloleucel sia rimborsata anche nel nostro Paese: questa importante innovazione rappresenta un’ulteriore speranza per pazienti e caregivers, che combattono con queste forme aggressive di neoplasie ematologiche finora prive di opzioni terapeutiche. E’ l’inizio di un percorso rivoluzionario per l’oncologia perché crediamo che la terapia cellulare diventerà un’importante opzione di trattamento anche per altri tipi di tumore, compresi quelli solidi. Continueremo perciò nell’impegno che da sempre ci contraddistingue nelle aree terapeutiche in cui operiamo: quello di portare l’innovazione al paziente”.
Axicabtagene ciloleucel è una terapia con recettore antigenico chimerico delle cellule T (Car-T, Chimeric Antigen Receptor T-cell) che utilizza il sistema immunitario del paziente per contrastare alcuni tipi di tumori ematologici. La terapia cellulare ha dimostrato di poter indurre una risposta completa (nessun tumore rilevabile) in una percentuale di pazienti con Dlbcl e Pmbcl recidivato o refrattario, due forme aggressive di linfoma non Hodgkin (NHL, non-Hodgkin lymphoma). Nella determina pubblicata in Gazzetta ufficiale si indica anche il prezzo ex factory del trattamento: 327 mila euro.
“Si tratta di una strategia immunoterapica di ultimissima generazione: un farmaco vivente rappresentato dalle cellule stesse del paziente geneticamente modificate in laboratorio in modo da renderle capaci di riconoscere ed eliminare le cellule tumorali”, ha commentatol Paolo Corradini, direttore della divisione di Ematologia, Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori, Cattedra di Ematologia dell’Università degli Studi di Milano e presidente della Società italiana di ematologia (Sie). “Ciò che è davvero rivoluzionario nel caso delle Car-T cell è che contrariamente a tanti nuovi farmaci, sono terapie che hanno l’intento di guarire. Esistono pazienti che non avevano alternative terapeutiche e che sono in remissione completa dopo 5 anni”.