Chirurgia oncologica guidata dall’AI: l’aiuto dalla realtà aumentata

photo by marionbrun

 

Arrivano in Italia (in anteprima mondiale) i primi due interventi di chirurgia oncologica guidati dall’intelligenza artificiale su rene e prostata. Grazie all’utilizzo della realtà aumentata, sono eseguiti in questi giorni all’IRCCS di Candiolo. Il chirurgo guiderà l’organo bersaglio sulla telecamera. Nello stesso momento avrà davanti agli occhi in 3D e quindi i modelli virtuali ricostruiti tramite TAC e risonanza magnetica.

Grazie alla realtà aumentata applicata al 3D sarà possibile cioè, per la prima volta, unire le immagini reali a quelle virtuali nel corso dell’intervento. Questo consente un trattamento di chirurgia oncologica di precisione, meno invasivo e sempre personalizzato.

Tale nuovo approccio, scrive Ansa, i cui risultati preliminari sono stati di recente pubblicati sulla rivista European Urology, è stato sviluppato da un team formato da urologi guidati da Francesco Porpiglia, Ordinario di Urologia del Dipartimento di Oncologia IRCCS Candiolo-Ospedale San Luigi dell’Università di Torino, e ingegneri biomedici del Politecnico di Torino.

Grazie a questa tecnica, la mano del chirurgo è guidata da immagini in 3D degli organi da operare e delle neoplasie da cui sono affetti, sovrapponibili sul campo operatorio agli organi reali. Tutto questo al fine di vedere l’interno dell’organo colpito dal tumore molto oltre quanto potrebbe visualizzare a occhio nudo, anche con l’aiuto della telecamera intraoperatoria.

Partendo dalle immagini radiologiche di TAC o risonanze magnetica, commenta Porpiglia, “è possibile ottenere ricostruzioni tridimensionali dell’organo e della massa tumorale. Questi modelli si sono rivelati molto utili nella fase di pianificazione dell’intervento in quanto forniscono al chirurgo una visione spaziale dell’organo e della malattia difficilmente raggiungibile a occhio nudo. Oggi c’è una novità importante che rivoluzionerà le cure dei tumori”.

L’innovativa applicazione della realtà aumentata è resa disponibile da un software specifico: le immagini del modello 3D presenti su un supporto digitale vengono integrate e sincronizzate con le immagini intraoperatorie, fornite dalla telecamera robotica. Questo in pratica consente di sovrapporre l’organo virtuale alla parte da operare, permettendo al chirurgo di vedere in tre dimensioni l’interno del tumore in tempo reale e ottimizzando la coordinazione tra occhio e mano dell’operatore che non deve più spostare lo sguardo su un monitor esterno per vedere le immagini digitali.

“Grazie all’uso dei modelli 3D applicati alla ‘realtà aumentata’ – spiega ancora Porpiglia – il chirurgo può vedere con accuratezza millimetrica il punto in cui la neoplasia si trova e analizzare nel dettaglio le sue relazioni con gli organi circostanti, rimuovendo la massa tumorale con una precisione senza pari (…)”.

 

fonte: Ansa