Covid19, carenza di reagenti e risorse umane nei laboratori europei

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Nel corso degli ultimi mesi, i laboratori clinici dei paesi dell’UE hanno aumentato in maniera importante la loro capacità di lavoro e ritengono di essere in rado di fare test in modo sufficiente, per l’anno 2021. Molti paesi stanno effettuando i test rapidi antigenici (insieme ai tamponi) per rilevare il virus SarsCov2, al fine di ridurre il carico di lavoro e la pressione sui laboratori.

Tuttavia, permangono alcune delle principali difficoltà emerse all’inizio della pandemi. La carenza di reagenti da un lato e quella di risorse umane, dall’altro. Come si evidenzia nella mappatura dei laboratori condotta dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc).

Si tratta della quarta rilevazione sui laboratori europei dall’inizio della pandemia, scrive Ansa. Lo scorso novembre è stato inviato un questionario a 29 stati membri e al Regno Unito. A dicembre sono giunte le risposte di 19 laboratori, anche di riferimento nazionale, di 16 stati. E’ così emerso che la maggior parte dei laboratori (75-100%) riesce a dare i risultati dei tamponi nel giro di 24 ore. Sei paesi hanno aggiornato la loro definizione di casi, includendo anche i risultati ottenuti con i test rapidi antigenici.

A marzo 2020, in particolare, diversi laboratori segnalavano la carenza di materiali, risorse umane e una limitata capacità di poter conservare i campioni per analisi successive. Difficoltà che continuano ad esserci. La mancanza di personale formato è un probelma costante, visto che molto del lavoro di laboratorio va effettuato manualmente.