Ernesto Bertarelli e la nuova sfida contro l’Alzheimer

Photo by Ian Keefe

Ernesto Bertarelli, il noto miliardario svizzero cinquantatreenne di origini italiane, celebre per le sue vittorie in Coppa America di vela, ha deciso di tornare nel settore che gli ha consentito di divenire uno degli uomini più ricchi al mondo con passaporto svizzero: la ricerca farmaceutica.
Nel 2007, infatti, Bertarelli vende a Merck KGaA la sua Serono, azienda fondata da Cesare Serono nel lontano 1906 (con il nome di Istituto Farmacologico Serono) e gestita dal 1952 dalla famiglia Bertarelli (nei nomi di Pietro, già collaboratore del dr. Serono, e poi di Fabio e del figlio Ernesto, appunto).
L’azienda tedesca aggiunge il nome Serono al marchio Merck e mantiene la sede e i laboratori di ricerca a Ginevra fino a quando, nel 2012, decide di chiudere tutte le attività svizzere e di trasferirle a Darmstadt. Allora nel maggio 2013 Ernesto Bertarelli ricompra, insieme ad un consorzio composto da Hansjorg Wiss, l’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) e l’Università di Ginevra, la sede che era stata della Serono trasformandola in un campus, il Campus Biotech, per startup biotech e per la ricerca universitaria.
E proprio qualche giorno fa, uno dei suoi fondi di investimento, Gurnet Point Capital, ha acquistato per mezzo miliardo di dollari, l’azienda biotech californiana Corium International, che si è recentemente vista approvare da FDA l’autorizzazione per il commercio di un farmaco contro l’Alzheimer.
Secondo gli esperti questa operazione avrebbe permesso a Bertarelli – sempre tramite lo stesso fondo di investimento – di mettere le mani su tre ricerche avviate da Novartis per la lotta a dei super-batteri, estremamente resistenti agli antibiotici.
La multinazionale svizzera non è la sola ad aver deciso di abbandonare provvisoriamente questo tipo di ricerche, ritenute scarsamente redditizie. La stessa scelta è stata fatta ad esempio dalla britannica GlaxoSmithkline.
Ernesto Bertarelli, invece, sembra andare controcorrente.