Figure manageriali sempre più difficili da trovare. Parlano gli imprenditori

photo by Austin Distel

 

Il quadro che emerge dallo studio “Capitale Manageriale e Strumenti per lo Sviluppo” effettuato dall’Osservatorio “4.Manager”, è molto chiaro. In Italia cresce rapidamente la domanda di manager da parte delle aziende, ma spesso domanda e offerta non si incontrano: l’87% degli imprenditori afferma di avere non poche difficoltà nel reclutamento di manager validi per le proprie realtà organizzative. E la percentuale sale al Nord Italia, dove si raggiunge il 91% (e il 94% per le imprese più giovani).

Prendendo in esame le sole aziende che non hanno mai avuto manager all’interno del proprio organico, il bisogno di assumere un manager riguarda il 30% delle imprese.

Quale sarebbe, dunque, la maggiore criticità individuata? La carenza di quelle cosiddette “soft skills”, ovvero compentenze trasversali che un manager deve avere. Parliamo di leadership, capacità di motivare, conoscenza delle lingue, l’attidudine all’innovazione e al cambiamento, il problem solving e la capacità di adattarsi ai cambiamenti. Tale mismatch, secondo lo studio, riguarda tutto il mercato del lavoro, tenendo conto che 6 posti di lavoro molto qualificati su 10 risultano carenti di competenze e 4 lavoratori su 10 sembrano essere troppo o troppo poco qualificati per svolgere la propria attività. L’analisi è stata effettuato su un campione di 2130 intervistati (di cui 614 imprenditori e 1516 manager).

Il Vicepresidente di Confindustria Vincenzo Boccia, ha commentato così lo studio: “Imprenditori e manager formano un binomio inscindibile. le imprese del futuro hanno bisogno di manager preparati e competenti per migliorare la propria capacità competitiva. Le imprese devono accentuare la loro condizione di agenti del cambiamento, promuovendo, come già stanno facendo, una svolta green e sostenibile. A maggior ragione, abbiamo bisogno di manager che sappiano accompagnarci in questo cammino verso la modernità”.

Emergono dallo studio anche due esigenze, chiaramente destinate a cambiare l’organizzazione delle Piccole e Medie Imprese. Ovvero da un lato, l’intenzione di introdurre nelle aziende figure manageriali con competenze nuove, per necessità di internazionalizzazione, export e digitalizzazione. Dall’altro lato, l’esigenza degli imprenditori a diventare loro stessi “più manager”, attraverso formazione mirata su temi quali change management, people management, leadership, etc.