Innovazione a colpi di “like”

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La Fis (Fabbrica Italiana Sintetici) di Montecchio Maggiore – in provincia di Vicenza – lancia una piattaforma “social” per fare innovazione. Postare e condividere idee e progetti con lo scopo di migliorare prodotti e processi organizzativi. Oltre 600 iscritti – circa la metà dei dipendenti dello stabilimento – e oltre 400 attivi con con commenti ed opinioni. Semplicemente attraverso un “like”. Più di 130 le idee generate e 5 quelle selezionate e in corso di valutazione da parte del management aziendale.
La Fis è un’azienda chimica da 381 milioni di fatturato. Produce intermedi e principi attivi per aziende del mercato farmaceutico. È controllata dalla famiglia Ferrari, da quattro generazioni e – pur non avendo mai avuto problemi reali di profitto – oggi la competizione sui costi a livello internazionale rischia di comprimerne i margini. La soluzione si chiama innovazione.

Come spiega Enzo Baglieri, docente di Gestione tecnologia e innovazione della Sda Bocconi, e riportato su Repubblica qualche giorno fa, è che «le aziende si interrogano su come fare innovazione non più solo sui prodotti, in molti casi già buoni, e non solo attraverso le strutture tradizionalmente dedicate. Oggi si può fare innovazione ricorrendo a tutte le risorse disponibili, raccogliendo spunti anche da soggetti fin qui non considerati. Se si riesce a socializzare il confronto sulle proposte allora si aggiunge all’impresa un vantaggio competitivo».
Stiamo parlando di quella che oggi è comunemente definita open innovation, ormai concetto consuetudinario soprattutto in mercati quali quello delle tecnologie (basti pensare ad aziende quali Apple o Microsoft).
Per quanto riguarda il manifatturiero italiano, e in particolare aziende piccole e medie di tipo imprenditoriale/familiare, si tratta di una strada da poco intrapresa.

Franco Moro, alla guida dell’azienda, spiega il forte incentivo da parte degli stessi proprietari della Fis nell’identificazione di un approccio che potesse consentire alle idee “di tutti” di essere ascoltate. Proprio come nelle aziende californiane.
E proprio su questo principio è nato il “Laboratorio delle idee”, una piattaforma software accessibile a tutti i dipendenti dello stabilimento del gruppo veneto. Attraverso un attento lavoro di comunicazione, l’azienda ha costituito una comunità predisposta alla creazione di nuove idee. I progetti “postati” sulla piattaforma sono stati “socialmente” letti, condivisi e commentati dai dipendenti.
Un’attenta scrematura ha portato all’identificazione di cinque progetti su cui costruire un vero e proprio business plan, e tra i quali scegliere la prima idea da applicare concretamente.
Un paio di esempi? Il progetto di un operaio specializzato per la modifica di uno degli strumenti utilizzati nel suo reparto, opportunità riservata fino ad oggi agli ingegneri. O anche l’idea di un tecnico che propone il recupero dei principi attivi contenuti nei farmaci scaduti.