Le nuove sfide per il SSN: in arrivo 60 terapie geniche entro il 2023

photo by Hush Naidoo

Sono oltre 60 le nuove terapie cellulari e genetiche che potrebbero essere lanciate a livello internazionale entro il 2030. Una vera e propria rivoluzione per la salute. E allo stesso stempo una sfida non banale per i sistemi sanitari dei Paesi, che avranno il compito di implementare modelli di pagamento e finanziamento innovativi per garantire l’accesso ai nuovi trattamenti e al contempo salvaguardare la sostenibilità della sanità pubblica.
Il tema è stato approfondito a Roma, in occasione dell’incontro “Terapia genica: una sfida per il Servizio sanitario nazionale, un’opportunità per i pazienti”. Durante il dibattito è stata presentata anche un’analisi sul modello di pagamento value-based, condotta dall’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’università Cattolica del Sacro Cuore. L’approccio tiene conto dell’impatto a lungo termine di questi nuovi trattamenti, in grado di cambiare radicalmente la vita dei pazienti.
L’evento è stato promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con lo studio legale Ls Cube ed è stato realizzato attraverso il contributo incondizionato di Bluebird bio, azienda biotech impegnata nella ricerca sulla terapia genica per trattamenti di gravi patologie genetiche rare e tumori.

L’ondata di terapie innovative che si prevede per il futuro potrebbe risucire a curare circa 350.000 pazienti (fino a circa 50.000 pazienti all’anno).
Gli esperti sottolineano che l’introduzione di queste terapie è legata imprescindibilmente ad una totale revisione dell’intero sistema salute che deve essere preparato ad accogliere tali innovazioni rendendole effettivamente disponibili per i pazienti.
In particolare l’analisi ‘Value-based pricing per la terapia genica per i pazienti affetti daβ-talassemia trasfusione dipendenti’, elaborata da Altems,ha l’obiettivo di definire un modello di pagamento per il trattamento innovativo dei pazienti colpiti da questa patologia che riesca a garantire sia l’accesso dei pazienti al farmac, sia la sostenibilità per il Ssn e il rispetto del principio di salute universale. Americo Cicchetti, Direttore Altems, ha sottolineato che “Sulla base delle evidenze reperite in letteratura e di un modello che simula l’impatto sul budget del Ssn in due differenti scenari, un sistema di finanziamento basato su una rateizzazione annuale è risultato, ad oggi, il modello più adatto per garantire equilibrio tra l’accesso per i pazienti alle cure più innovative e la sostenibilità del Ssn”.