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L’arrivo dei vaccini anti-Covid sta innescando discussioni sull’opportunità di iniziare a implementare soluzioni – anche in forma digitale, come nel caso delle app- per dimostrare di aver assunto il vaccino. Tutto questo, per rispondere all’esigenza di rendere l’informazione sull’essersi o meno vaccinati come condizione per l’accesso a determinati locali o per la fruizione di taluni servizi, come aeroporti, hotel, stazioni, palestre etc.
Su questo si è pronunciato il Garante della Privacy, ritenendo però che il trattamento dei dati relativi allo stato vaccinale dei cittadini a fini di accesso a determinati locali o di fruizione di determinati servizi, debba essere necessariamente oggetto di una norma di legge nazionale.
I dati relativi allo stato vaccinale sono infatti dati particolarmente delicati e un loro trattamento non corretto può determinare conseguenze gravissime per la vita e i diritti fondamentali delle persone. Si pens a potenziali discriminazioni, violazioni e compressioni illegittime di libertà costituzionali.
Il Garante ritiene, dunque, che il trattamento dei dati relativi allo stato vaccinale dei cittadini (a fini di accesso a determinati locali o di fruizione di determinati servizi), debba essere oggetto di una norma di legge nazionale, conforme ai principi in materia di protezione dei dati personali.
fonte: Ansa