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Sofinnova Partners, Edmond de Rothschild, Life Sciences Partners, Medicxi, Forvion, BioMedPartners, sono solo alcuni dei fondi europei dedicati al settore delle biotecnologie. Creare nuovi farmaci e potenziare le nuove tecnologie per tentare di curare malattie che ancora oggi non trovano risposta: questo l’obiettivo di molte piccole e medie startup nate negli ultimi anni nel settore life sciences.
Negli ultimi anni, in effetti, l’attività di ricerca e sviluppo – tipicamente svolta direttamente dalle aziende farmaceutiche o da centri di ricerca pubblici o privati – è divenuto business di piccole realtà sparse in tutto il mondo.
Se consideriamo solo il settore della digital health, le startup biotech hanno attirato l’interesse di venture capital americani ed europei, passando da 2 miliardi di investimenti nel 2013 agli oltre 7 miliardi nel 2017 (secondo dati Cb Insight).
In Italia, ad esempio, Sofinnova Partners – attiva nel nostro paese da più di venti anni – ha supportato aziende quali Enthera, Erydel, Eos e Novuspharma. In che modo? Attraverso investimenti seed ed early stage e tramite la creazione di realtà quali BiovelocITA, in grado di sostenere ed accelerare la crescita di giovani aziende, più junior rispetto alle competitors europee.
Proprio Enthera – focalizzata su nuovi approcci terapeutici per la cura del diabete di tipo 1 delle derivate complicanze gastrointestinali, ha recentemente ottenuto un finanziamento seed da 4 milioni di euro.
“Gli imprenditori italiani sono concentrati soprattutto sulla diagnostica e i servizi. Noi invece vediamo che i settori con maggiori possibilità di sviluppo, e che producono i ritorni migliori, sono quelli dei farmaci e degli strumenti medicati terapeutici per curare malattie importanti” ha spiegato Graziano Seghezzi, Managing Partner di Sofinnova.