SarsCov2, individuato il suo meccanismo d’azione. Lo spiega uno studio dell’Università La Sapienza di Roma

photo by fernando zhiminaicela

 

E’ stato individuato il meccanismo d’azione del SarsCov2, con la ‘catena’ di reazioni che porta a gravi conseguenze sull’organismo dell’uomo. Si tratta del risultato raggiunto all’Università Sapienza di Roma da Francesco Violi, docente ordinario di Medicina Interna e direttore della prima Clinica medica del Policlinico Umberto I. Lo studio è stato condotto su 182 pazienti – grazie anche alla collaborazione di Claudio Maria Mastroianni e Francesco Pugliese dello stesso Policlinico – ed è in corso di pubblicazione sulla rivista scientifica Redox Biology.

“Siamo andati dietro le quinte della malattia e abbiamo capito cosa aziona i danni all’intero organismo”, ha commentato Francesco Violi ad ANSA. Quello che “abbiamo scoperto è che il SarsCov2 entra nelle cellule dell’organismo umano attraverso un enzima, la proteina Ace2 che è presente nell’organismo stesso. Il virus ha però l’effetto di inibire la proteina Ace2 una volta entrato nel soggetto. A sua volta, però, Ace2 ha la funzione di inattivare un’altra proteina, l’angiotensina, che ha un potente effetto infiammatorio essendo un potente vasocostrittore e mediatore dell’infiammazione delle arterie”.

In poche parole, dunque, Ace2, essendo inattivata, non può più ‘contenere’ l’angiotensina che, di conseguenza, mostra un’aumentata attività che è mediata da un altro enzima, Nox2, il più potente enzima cellulare produttore di radicali liberi. Gli studiosi hanno quindi notato come nei pazienti affetti da Covid-19, Nox2 fosse attivata rispetto a un gruppo di controllo di 91 pazienti sani. Sempre tra i malati di Covid, inoltre, l’attivazione era maggiore in quelli che avevano bisogno di ventilazione meccanica o che andavano incontro a trombosi, suggerendo una relazione tra gravità di malattia ed attivazione di Nox2.

Lo studio ha quindi fatto luce su questo meccanismo, una sorta di reazione ” a cascata” che porta all’esito finale. Tale scoperta, secondo Violi, può aprire la strada alla messa a punto di nuovi armi terapeutiche contro i gravi effetti causati da Covid-19 ed essere un percorso per individuare una cura per il futuro in attesa del vaccino.