La fuga del personale EMA. Il 30% lascerà l’incarico

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A seguito della nota “gara” che ha visto lo scorso anno l’amara sconfitta di Milano su Amsterdam proprio in finale, l’Agenzia europea per il farmaco ha dichiarato che circa il 30% dei propri dipendenti abbandonerà il proprio incarico per evitare il trasferimento in Olanda – necessario, per l’Agenzia, a causa di Brexit.

Oltre ai dipendenti che per motivi personali non intendono trasferirsi, in quel 30% (corrispondente a circa 300 dipendenti), rientrano anche i 135 contratti a termine che non risultano purtroppo più in condizione di poter lavorare a causa dell’incompatibilità dell’inquadramento con le leggi sul lavoro nei Paesi Bassi.

L’Ema ha assicurato di aver già avviato misure di sostegno per facilitare il “trasloco” del personale ad Amsterdam e per fidelizzare il personale a medio termine e di aver messo in piedi un piano di nuove assunzioni già operativo. In ogni modo, sarà difficile evitare impatti consistenti sia sulla collaborazione internazionale, sia sulla revisione delle linee guida e sulla pubblicazione dei dati clinici. Tant’è che l’avvio di nuove procedure è stato temporaneamente sospeso, mentre i dossier sottoposti entro il mese di luglio verranno completati.

Giusto un mese fa la Corte europea aveva respinto la richiesta di Milano di sospendere le procedure di trasferimento, in attesa della pronuncia sulla richiesta italiana – un doppio percorso giudiziario – di annullamento della decisione. Una sconfitta non digerita, quella del capoluogo lombardo, vista la scelta che proprio nel finale di partita, non è stata motivata da questioni di merito sui dossier o dalla qualità delle proposte avanzate, ma solo dal caso.