photo by Sandy Millar
Sono 4597 le aziende familiari con fatturato superiore a 50 milioni di euro presenti in Italia. E danno lavoro a circa 1,9 milioni di addetti, oltre 400 mila in più rispetto a dieci anni fa. Ce lo dice l’analisi – oramai giunta alla decima edizione – dell’Osservatorio Aub* dell’Università Bocconi sulle aziende familiari.
In generale, lo studio disegna un quadro di un comparto economico in salute, anche se con un tasso di crescita del fatturato un po’ in calo (comunque il dato è superiore rispetto alla crescita del campione di confronto delle aziende non familiari).
Il trend di questi anni mostra come le aziende familiari abbiano superato i livelli pre-crisi, sopratutto in riferimento ai margini, con il recupero della redditività pre-crisi in presenza di una rafforzata solidità interna. Il Roi è salito infatti dal 9,5% al 9,6%, il Roe dal 9,6% al 13,6% e il rapporto tra Posizione Finanziaria Netta e Ebitda è sceso di 0,5%, confermando risultati migliori rispetto alle aziende non familiari.
Il settore chimico-farmaceutico, insieme all’alimentare/bevande e al meccanico, ha vissuto una evidente crescita numerica in questo cluster.
In particolare, in termini geografici, le città che hanno visto più progressi sono state Monza e Brianza, Milano, Vicenza, Treviso e Napoli, nei diversi settori produttivi.
Effettuando l’analisi su un numero più ritretto di aziende familiari virtuose (500), emergono ulteriori dati interessanti, soprattutto parlando di modelli di leadership e composizione dei CdA, nella granparte dei casi “aperto” anche a soggetti esterni. Solo nel 38% delle aziende il board è interamente composto da membri della famiglia.
Circa il 40% delle imprese familiari del 2017 è cambiato rispetto a quelle del 2007, rendendo così evidente quanto sia necessario continuare a promuovere l’imprenditorialità (per far nascere nuove imprese) e accompagnare le aziende nei loro processi di crescita aziendale e di coesione familiare (per aumentare la probabilità di persistenza).
Elena Zambon, presidente dell’Associazione Italiana delle Aziende Familiari (AIdAF), ha commentato: “L’Osservatorio Aub ci aiuta acapire l’importanza di una governance rigorosa, affinché le imprese familiari possano proiettarsi con successo nel futuro, per realizzare una chiara visione che valorizzi qualità e innovazione, basandosi su valori saldi e condivisi”.
Questione ancora irrisolta rimane tuttavia il tema del passaggio generazionale. Rispetto al 2007 i leader over-70 sono passati dal 17 al 25,5% e quelli under 50 dal 26,9% al 20,7%. Si assiste duqnue a un progressivo invecchiamento dei leader, che deve necessariamente spingere le aziende a guardare avanti e inserire già da oggi manager in ruoli chiave.
*L’Osservatorio AUB sulle aziende familiari italiane – promosso da AIdAF (Associazione Italiana delle Aziende Familiari), UniCredit, “Cattedra AIDAF-EY di Strategia delle Aziende Familiari” dell’Università Bocconi e dalla Fondazione Angelini, con la collaborazione di Borsa Italiana e Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi – rappresenta la più completa ed estesa rilevazione disponibile in Italia sulla proprietà, il governo e la leadership delle aziende italiane: monitora tutte le 16.845 aziende italiane con fatturato superiore a 20 milioni di euro e si focalizza poi in maggiore dettaglio sulle 11.176 aziende a controllo familiare.