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Secondo un sondaggio condotto dall’American Society of Clinical Oncology (ASCO), solo l’1% dei laureati in ematologia / oncologia ha assunto una posizione nell’industria. Qual è la percentuale delle persone laureate in medicina, o meglio, in possesso di PhD, in ruoli scientifici nell’industria farma in Italia?
Storicamente, l’industria farmaceutica in Italia è nata da medici, farmacisti, scienziati diventati imprenditori. Dagli anni ’80 del secolo passato è subentrata la finanza con il marketing. Ma la scienza medica è l’imprinting del life science.
Vi è oggettivamente una difficoltà delle aziende ad inserire laureati in medicina nelle proprie strutture, anche perché [member] viene richiesta – nella grande maggioranza dei casi – oltre alla laurea, una specializzazione. In questi recenti periodi, ad esempio, alta è stata la richiesta di specializzazione in oncologia, in onco-ematologia e immunologia. Recenti surveys di livello internazionale hanno confermato come la prospettiva di carriera in industria farma, biofarma o biotech sia davvero poco attrattiva per il medico rispetto invece ad una scelta professionale verso pazienti ed istituzioni scientifiche ed ospedaliere.
Nonostante le figure con laurea in Medicina occupino un numero interessante di posizioni chiave nell’industria farmaceutica, molti Medici non hanno avuto significativi contatti con l’industria del farmaco durante i loro studi o in occasione dell’esperienza clinica, e dunque non sono a conoscenze delle opportunità professionali nell’industria del farmaco e di ricerca. È necessario che le stesse aziende riescano a migliorare la conoscenza da parte dei medici sui processi delle aziende nell’ambito farmaceutico, non solo per aumentare gli sforzi di collaborazione tra industria farmaceutica e università, ma anche per invitare i medici a considerare una carriera in questo mondo e facilitare le aziende nel processo di recruiting.
Il passaggio dalla clinica all’industria è una decisione professionale importante ed impegnativa e può essere impegnativa a volte. Tuttavia, l’opportunità di sviluppare farmaci innovativi, comunicare i loro benefici e, quindi, cercare di influenzare la cura di migliaia di pazienti, può essere certamente un’alternativa gratificante alla cura individuale del paziente.
Come fare? Occorrerebbe certamente comunicare, sin dal periodo universitario, le prospettive di ruoli e di carriera per un medico che si inserisce nel mondo aziendale farma sia a livello domestico che internazionale. E’ la coniugazione tra scienza e business che bisognerebbe evidenziare con focalizzazione sul capitale intellettuale.
Sappiamo che la sfida competitiva si vince sulla qualità delle risorse. L’industria farmaceutica è basata principalmente sulle competenze scientifiche. Dunque le politiche aziendali per attrarre medici dovrebbero scrivere capitoli a parte proprio per attrarre, ritenere e pianificare carriere per laureati in medicina. E’ una strategia di successo per i cosiddetti talenti del futuro. In parole semplici e per andare al cuore del vantaggio competitivo in termini di risorse, quali sono le competenze chiave da ricercare e da premiare se non quelle scientifiche?
Il tipo di ruolo e di background dei medici impiegati nel settore farmaceutico può variare a seconda delle dimensioni, del focus terapeutico e dell’impegno alla ricerca di una azienda, nonché in base a normative specifiche del paese o tendenze di mercato.
Se guardiamo le strutture organizzative delle aziende farma in Italia (non suddividendo in questo caso tra aziende con funzioni Corporate e subsidiaries), i laureati in medicina con varie specializzazioni sono inseriti nelle seguenti macroaree:
- nella Ricerca, anche se la Drug Discovery è maggiormente in mano a Biologi e/o a strutture di ricerca pubbliche;
- nel Clinical Development, sia in Early Stage che in fase I, II e III;
- nel Regulatory Affairs, anche se il Clinical Development può seguire il file di registrazione fino a sua conclusione;
- nella grande area del Medical Affairs, collegata a strutture prettamente commerciali, che è connessa sia alla fase IV sia a tutte le attività post-registrative e di contatto con le strutture Marketing/Sales e di Market Access.
Naturalmente la nomenclatura aziendale fornisce vari job title per le figure presenti all’interno delle suddette macroaree, come ad esempio Medical Advisor, Medical Scientific Liaison, Clinical Research Physician, Medical Manager, Therapeutic Area Lead.
In effetti vi è una varietà di posizioni poi per i medici in R&S. Nello specifico, all’interno della ricerca preclinica o traslazionale, i medici potrebbero essere coinvolti nell’identificazione e ricerca di nuove molecole, entità molecolari, biomarcatori o bersagli farmacologici così come nella sperimentazione di nuovi usi per un esistente prodotto o la valutazione della sicurezza e tollerabilità di un prodotto in modelli animali. Precedenti esperienze in chimica medicinale, in test in vivo o in farmacologia sono spesso richieste per le posizioni in ricerca preclinica. Come parte della prima fase di sviluppo, i medici potrebbero esaminare molecole o essere coinvolti in studi di fase I “first-in human”.
Nella ricerca clinica, i medici potrebbero fungere da guida o da responsabili dello studio clinico sia nelle fasi inziali che nella conferma dei trial (Fase I, II e III), grazie al ruolo di Clinical Research Physician.
Per le prove delle fasi I-III, l’industria farmaceutica ha bisogno di tali figure, le cui abilità con le persone (negoziazione, gestione a distanza e diplomazia), ma soprattutto l’esperienza clinica siano in grado di portare risultati puntualmente. Completano il profilo di tale ruolo i buoni risultati accademici e l’attitudine alla capacità di ricerca di soluzioni che possono cambiare la vita ai pazienti.
Anche nella Farmacovigilanza e nell’area Regolatoria i medici possono individuare percorsi di carriera interessanti. Si pensi poi alle posizioni nell’accesso al mercato e nei reparti commerciali del farma (Sales&Marketing): queste sono in effetti spesso di natura strategica e richiedono una notevole quantità di conoscenza non medica (ad esempio, economia sanitaria) e acume negli affari/business.
Dato che di solito, però, è richiesta comunque una formazione sul lavoro, questi ruoli potrebbero rappresentare una parte dello sviluppo della carriera di un medico, soprattutto se viene dimostrato un particolare interesse o talento in area vendita. O magari medici potrebbero ricoprire posizioni da Product Manager, guidando la promozione di sforzi e contribuendo a garantire che i dati clinici siano correttamente tradotti in affermazioni promozionali.
Quali sono skills e attitudini più richieste per questi ruoli?
La caratteristica principale e probabilmente più preziosa ricercata nelle figure di medici nell’industria farmaceutica è la profonda conoscenza scientifica, che è la chiave per identificare le esigenze mediche insoddisfatte, dando validi consigli medici a stakeholder interni ed esterni, valutando studi clinici ed eventi avversi oltre a interpretare dati clinici e scientifici complessi.
In generale, i medici che considerano una carriera nel settore farmaceutico devono avere una forte capacità di comunicazione verbale e scritta, essenziale per l’interazione con gli stakeholder interni ed esterni, così come per la produzione di pubblicazioni, rapporti sulla sicurezza o materiali nazionali. Devono essere anche in grado di lavorare in team. Leadership e capacità decisionali, nonché attenzione al business, si dimostreranno doti utili durante questi sforzi di gruppo.
I candidati ai ruoli in azienda sono disposti a conoscere nuovi concetti scientifici, strutture aziendali, questioni organizzative e questioni normative. Sono proattivi, orientati alla soluzione e flessibili, nonché in grado di rimanere focalizzati di fronte a un grande progetto. Inoltre, dovrebbero avere una certa resilienza, perché le pressioni concorrenziali, o problemi di sicurezza e normativi a volte possono intralciarli innovazione medica. E devono anche essere consapevoli che il “senso di realizzazione” a breve termine che i medici spesso sperimentano quando si cura un paziente in ospedale, probabilmente mancherà.
Ci si domanda, nel considerare l’inserimento dei Medici in azienda e della loro pianificazione di carriera, se vi sia in azienda una strategia adeguata per attrarli e per motivarli. [/member]