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Quando si parla di “carriera” si tende a darne un significato tradizionale. Ruoli, posizioni, responsabilità, avanzamenti, opportunità. E sempre all’interno di strutture. Eppure negli ultimi anni il cosiddetto “portfolio careers” si è ampliato. Pensiamo a posizioni part-time, flessibili, smart-working, consulenziali oppure interim management.
Le aziende, anche del settore healthcare, hanno iniziato o consolidato una maniera differente o laterale di pensare l’offerta di posizioni e di carriera. Ciò in relazione alla specificità di competenze manageriali o professionali che si vogliono attrarre.
Ma se ci mettiamo nei panni del candidato, da inserire al di fuori del tradizionale schema organizzativo, la carriera flessibile può essere attrattiva o accettabile? Qui si entra nello specifico di una migliore “work-life balance”, della libertà di essere autonomo. Ma anche di essere spinti fuori dall’azienda in cui si opera, dalla difficoltà di trovare un lavoro in altra impresa. E questo è un fenomeno ben presente a fronte in particolare di ristrutturazioni aziendali. E dunque è una necessità accettare lavori flessibili o consulenziali o temporanei.
Nel farma abbiamo consolidati esempi di manager qualificati nei loro ruoli che si trovano spinti fuori dall’organizzazione per ragioni di cambiamento di business models oppure per ristrutturazione o a causa di M&A. E per loro è necessario ripensare la carriera anche in modo flessibile.
Ma esiste però un livello di carriera ulteriore, in particolare per chi ha ricoperto ruoli apicali nel settore o in posizioni scientifiche o accademiche o di advisor. E dunque con solidità di competenze e di networking.
Tra gli altri, parliamo qui del ruolo di membro di CdA di aziende o dei Non-Executive Directors (NED). In Italia non è un livello di carriera così consolidato come in altri Paesi, come ad esempio UK o Usa. Vi sono società di executive search che operano specificatamente per la ricerca di Non-Executive Directors specie per aziende quotate.
Se in talune culture queste posizioni sono consolidate, non è così da noi. Ci si affida ad inserire nei Board o CdA dei membri indipendenti facenti parte del network consolidato nella comunità di business o scientifico/accademica o di relazioni. Infatti nelle varie aziende internazionali private italiane, i CdA esprimono dei membri indipendenti o non-executive directors per cooptazione, in quanto ex Ceo di società internazionali o per riconosciuta reputazione scientifica o per peso relazionale oppure per appartenenza a società di consulenza e/o advisors legali.
In questo ambito, abbiamo verificato e sperimentato l’ulteriore fase di carriera per diversi Executives, che escono dalla propria azienda farmaceutica o si ritirano per raggiunti limiti di età. Vanno a ricoprire appunto ruoli di Non-Executives Directors.
Ma chi è il membro di CdA indipendente o esterno oppure Non exec o NED o NXD? E’ membro del CdA o Board che non fa parte del team di gestione aziendale o Comitato di Direzione. Fornisce una visione indipendente sulle problematiche strategiche ed operative della Società. Gli si chiede appunto indipendenza, imparzialità, ampia esperienza, competenze, qualità personali su strategie, performance, rischi, organizzazione e risorse.
Può essere anche responsabile di comitati all’interno del CdA, su Audit, Nomine, Compensation.
Mentre per le aziende multinazionali quotate è semplice verificare dai loro siti ufficiali chi sono i NED e la loro storia, non è così semplice per le farma internazionali italiane. Si possono visitare i siti aziendali. Alcuni immettono i nominativi dei Direttori o Consiglieri indipendenti nel CdA. Altri no.
Ad esempio Menarini è trasparente nel suo sito. Anzi il President e Ceo del Gruppo, nominato da poco, Eric Cornut, faceva parte del Board quale Non-Executive Director. Nel CdA Zambon, appaiono nominativi di Executives ben conosciuti nel mondo farma, quali Guido Guidi, Roberto Gradnik, G. Marini. Mentre il Gruppo Recordati, quotato, ha tra i suoi direttori indipendenti Marco Vitale.
Il ruolo di Consigliere indipendente o NED è un passaggio di carriera non molto consolidato nel nostro Paese. Addirittura nei paesi anglosassoni vi sono società di consulenza per formare le persone a questo livello di carriera. Ma probabilmente vi è anche il problema degli azionisti o delle aziende farma familiari, la cui cultura non è preparata ad utilizzare questo grado di competenze a causa forse di un approccio molto relazionale o familistico. Invece di usufruire di ottime professionalità nel settore.