Formazione

La proattività: definizione e suggerimenti per metterla in pratica

proattività

 

Spesso si sente parlare di “proattività”, come una delle soft skills più valutate nei colloqui di selezione e per la crescita personale e professionale di un individuo all’interno di un’organizzazione.  Ma cosa si intende davvero con questo termine?

Secondo la Treccani: “Nel linguaggio aziendale, di chi opera con il supporto di metodologie e strumenti utili a percepire anticipatamente i problemi, le tendenze o i cambiamenti futuri, al fine di pianificare le azioni opportune in tempo”. Pro è un prefisso che indica anteriorità, nello spazio e nel tempo. Essere pro-attivi, significa dunque “agire prima”. Implica assumersi la responsabilità e coscienza della propria vita e del proprio lavoro, ovvero imparare a riconoscere che tutto è diretta conseguenza delle proprie azioni. Significa essere consapevoli che la propria vita (anche quella lavorativa, dunque) non è governata dal fato, ma che ognuno è responsabile di successi e insuccessi. [member]

Le persone proattive sono consapevoli di essere al centro delle proprie decisioni e non trovano qualcuno con cui prendersela se le cose non vanno nel verso giusto. L’ambiente esterno certamente conta, nella misura in cui fornisce elementi a cui la persona proattiva risponde.
La nostra più grande forza sta nella capacità di rispondere ad uno stimolo: è in quel preciso momento, infatti, che abbiamo la libertà di scegliere. Così, si può essere proattivi sempre e ovunque. Si pensi ad un celebre esempio per tutti, Nelson Mandela, che ha perseguito il suo scopo anche in carcere.
Certo bisogna essere consapevoli che non si può agire su tutto ciò che ci circonda. Per questo, essere pro-attivi vuol dire anche essere capaci di selezionare ciò su cui spendere le proprie energie e il proprio tempo.

Gli individui proattivi sono guidati dai valori e si distinguono dai c.d. “individui reattivi”, che al contrario sono sempre guidati dai sentimenti, dalle circostanze, dalle situazioni. La capacità di subordinare un impulso ad un valore è l’essenza delle persone proattive.

Ma come si sviluppa la proattività? Secondo Stephen Covey, celebre scrittore ed educatore statunitense, occorre in particolare implementare quattro abilità:

  • auto-consapevolezza, ovvero ascoltare se stessi per comprendere profondamente i propri pensieri, senzazioni e valori
  • immaginazione, indispensabile per individuare e creare più opzioni da poter scegliere in ogni situazione;
  • sana coscienza, al fine di poter distinguere tra cosa è giusto e cosa è sbagliato;
  • volontà indipendente, ovvero la consapevolezza che ognuno è responsabile delle proprie decisioni e che deve accettarne tutte le possibili conseguenze.

L’individuo proativo non si lamenta dunque per ciò che gli capita. Ma è consapevole delle sue responsabilità. Concentra i propri sforzi e il proprio tempo su ciò che può controllare, come il proprio lavoro, le relazioni e le amicizie, la famiglia. Non su cose di cui non ha pieno controllo, come il tempo, il debito pubblico, le crisi internazionali. La  persona proattiva usa un linguaggio “attivo” e “positivo”: “io posso”, “io preferisco”, “io scelgo” piuttosto che “non posso farci niente”, “devo”, “se soltanto potessi”, etc.

Prendere l’iniziativa significa riconoscere la nostra responsabilità di fare in modo che le cose accadano. Le persone proattive hanno un atteggiamento positivo, lavorano su ciò che può essere “trasformato” dal loro fare e in tal modo ingrandiscono la loro “sfera di influenza”.

Più tempo ed energia trascorriamo a rimuginare o preoccuparci di problemi sui quali non abbiamo alcun controllo, o a lamentarci di barriere che percepiano di non poter superare, minore attenzione porremo a ciò che invece effettivamente può essere cambiato. [/member]