photo by Jair Lázaro
Le aziende del medical device, al pari di quelle del farma, sono oggi sotto l’attenzione di tutto il mondo da un lato per la ricerca di un vaccino contro il covid-19, dall’altro per la enorme richiesta di strumentario e prodotti per il contenimento degli effetti del virus (dalle mascherine ai respiratori polmonari).
I provvedimenti del Governo italiano di chiusura di gran parte delle aziende hanno inevitabilmente impattato sull’organizzazione del lavoro e stanno comportando delle forti riduzioni di fatturato. Effetti negativi in questo drammatico momento purtroppo difficilmente evitabili.
Abbiamo sentito alcuni Amministratori di aziende del settore per vedere come stanno affrontando la crisi e per capire se stanno subendo il tutto o se stanno riuscendo in qualche modo a gestire anche queste settimane davvero complicate.[member]
Le aziende del settore si configurano in gran parte per essere distributrici sul territorio nazionale di prodotti realizzati all’estero. Non mancano però aziende con siti produttivi nazionali. L’impatto di ogni azione gestionale quindi impatta sul personale degli uffici, su quello che si occupa di logistica, su chi lavora in produzione per arrivare al personale di vendita per la promozione dei prodotti.
La prima azione messa in campo da tutti gli interlocutori contattati è stato inevitabilmente aver dato indicazioni al personale di ufficio di svolgere le proprie attività in smart working. Qui si sta assistendo in gran parte a qualcosa di inaspettato. Diversi Amministratori ci hanno confessato di aver ottenuto risultati addirittura superiori alle aspettative. Diverse attività che si ritenevano impossibili da realizzare in remoto, o con grandi difficoltà, anche grazie a un forte spirito di dedizione di gran parte del personale si stanno invece dimostrando fattibili. Parliamo ad esempio della partecipazione a gare di appalto, così come della gestione del rapporto con i clienti. Meno critica sicuramente la gestione di attività di controllo ed amministrative in senso lato, così come anche quelle di reclutamento e formazione/addestramento, in gran parte realizzabili con strumentazione informatica a supporto. In questi casi sta diventando vieppiù importante la conoscenza e l’utilizzo di App e strumenti per lavoro di gruppo, chat, comunicazione e condivisione progetti quali Skype, Zoom, Slack, Hipchat, Teamviewer e tante altre.
A volte è stato necessario potenziare la strumentazione individuale del singolo addetto o dotarlo di strumentazione aziendale (es. “saponette” per i collegamenti in remoto).
Qui si impone una riflessione sul finora mancato o scarso ricorso alle attività realizzate da casa dettato molto probabilmente da un permanente e sotterraneo gap culturale e un’attitudine al controllo di prossimità ancora duro a morire…
Il personale dell’area logistica, così come quello produttivo, ha subito minori modificazioni alle modalità operative di espletare il servizio data la specificità delle azioni realizzate che richiede l’ovvia obbligatoria presenza in azienda. Il vero impatto in questi casi è stata una riduzione degli effettivi al minimo indispensabile. Almeno fino a quando le restrizioni poste in atto dal Governo lo hanno reso possibile.
L’area che ha sicuramente subito le criticità più rilevanti è quella relativa al personale commerciale. Specie per aziende che commercializzano prodotti che vengono utilizzati in sala operatoria è stato necessario da parte delle direzioni sanitarie degli ospedali dare un alt a queste prassi. Ciò ha fortemente ridotto la possibilità del personale di essere presente sul luogo dove abitualmente esercitano la loro attività. Diverse aziende hanno quindi dato indicazioni di stare fermi a casa e recarsi dal cliente solo su espressa richiesta di quest’ultimo (di fatto quindi eliminate le attività di promozione commerciale pura e semplice). Inoltre, data la gravità della situazione, molti interventi chirurgici già pianificati non legati a criticità incombenti (pensiamo ad interventi di chirurgia oncologica o cardiochirurgica) sono stati rinviati a data da destinarsi (es. interventi di ortopedia, di otorinolaringoiatria, ecc.) avendo dovuto le strutture ospedaliere potenziare le aree di emergenza dedicandovi anche personale interno non solitamente adibito ad esse.
Come ormai da settimane si sente dire ogni giorno il mondo non potrà andare avanti in tutto e per tutto come prima del Covid-19. Per tutti gli intervistati, una volta superata la fase di emergenza, le strutture ospedaliere, se non molto probabilmente il Ministero della Salute, emaneranno sicuramente delle linee guida per disciplinare l’ingresso di personale terzo negli ambienti ospedalieri (sala operatorie, ambulatori/laboratori). Il che peraltro, non per tutti gli intervistati sarà una criticità in quanto, in alcuni casi, le strutture ospedaliere si erano persino approfittate di queste prassi.
Tutti i Responsabili di aziende di stampo multinazionale hanno detto che stanno passando molto tempo anche ad elaborare dati e fare previsioni per le Corporate di appartenenza sui probabili scenari post crisi in termine di riduzione del fatturato. Diverse aziende si aspettano una forte riduzione quest’anno anche se, di converso, altre, produttrici di device utilizzati nell’emergenza, hanno dovuto portare la produzione su ciclo h24 per la formidabile richiesta. Non manca quindi la preoccupazione per il futuro delle aziende in cui si opera. Le indicazioni che stanno emergendo e sulle quali anche le Corporate ormai hanno preso contezza, sono sostanzialmente la consapevolezza di perdere quest’anno per cercare di riprendersi nel 2021. E se nel 2021 non si dovesse essere in grado di recuperare le posizioni di partenza valutare seriamente la presenza della propria subsidiary in Italia.
Altra cosa che sta emergendo tra gli intervistati è che inevitabilmente alcuni processi di lavoro saranno rivisti al termine della crisi, portando ad una riorganizzazione che non potrà non incidere sugli organici.
Si spazia dal riprogettamento delle postazioni di lavoro per aumentare il distanziamento sul luogo di lavoro per meglio tutelare la salute e prevenire possibili contagi, all’adozione di procedimenti di cassa integrazione fino a procedure di licenziamento collettivo, così come al potenziamento delle attività realizzabili in smart working con investimenti sulle infrastrutture informatiche. Spostando attività a domicilio si potrebbe peraltro avere anche qualche beneficio, specie per aziende che hanno uffici su più piani, quali poter affittare a terzi spazi resisi liberi. Per non parlare ovviamente dei benefici in termini di minore inquinamento ambientale dettato dai minori spostamenti casa-ufficio, come anche testimoniano alcune interessanti immagini riprese dai satelliti che tutti abbiamo visto in questi giorni.
Le aziende infine apprezzerebbero provvedimenti che andassero da un anno fiscale bianco (ossia eliminazione o limitati pagamenti di tasse per il 2020), ad ampie misure di accesso agevolato al credito, ad ammortizzatori sociali potenziati con la durata della cassa integrazione in deroga per Covid-19 per tutto il 2020, alla defiscalizzazione degli investimenti (superammortamenti). [/member]