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Riuscire a mantenere in azienda i “talenti” e le cd persone di valore è un obiettivo comune alle organizzazioni. L’azione manageriale che ne deriva viene definita con il termine “retention” (fidelizzazione, tradotto in italiano).
Quando i “talenti” entrano in azienda – magari dopo lunghe selezioni e attratti da prospettive di crescita personale e professionale – lo fanno con una “scorta di fiducia”, una sorta di razione di ottimismo per la nuova posizione, che rimane medio-alta solitamente per i primi mesi dall’inserimento. L’azienda, il mangement, la direzione HR hanno però il compito di mantenere alto il loro livello di attenzione ben oltre i primi tempi dall’inserimento dei nuovi collaboratori. E hanno la responsabilità di sviluppare quanto più possibile il potenziale talento di questi individui, magari ancora inespresso, valorizzando le loro idee ed il loro operato.
Tra i diversi strumenti per riuscire a gestire la retention dei talenti, c’è innanzitutto il coinvolgimento di questi ultimi nei vari team, in base alle diverse attitudini. Coinvolgerli in modo stimolante in processi decisionali, condividere e assegnare obiettivi chiari e valutarne i risultati raggiunti. In quest’ottica i manager devono sforzarsi dunque di comunicare maggiormente e di farlo in modo più efficace: i talenti restano – soprattutto in periodi di difficoltà – solo se la comunicazione nei loro confronti sarà stata chiara fin dall’inizio.
Un altro strumento di retention è sicuramente l’ascolto. Ascoltare i propri collaboratori può voler dire anche risolvere problemi ed avere nuove soluzioni a disposizione. Ma anche ascoltare per capire le aspettative di crescita e di ruolo di queste persone è fondamentale.
Insieme a coinvolgimento, comunicazione e ascolto, la capacità di assegnare nuove e sempre maggiori responsabilità è uno dei fattori più importanti nella scelta di retention di particolari profili all’interno delle organizzazioni. Affidare in tempi brevi responsabilità importanti a giovani talentuosi è senz’altro una tecnica vincente e molti manager e attuali responsabili di azienda individuano tale scelta come il motivo della loro permanenza in una certa azienda, talvolta quella che attualmente dirigono.
Un percorso di carriera delineato e abbreviato, assieme ad un clima positivo e chiaro in cui la comunicazione e il coinvolgimento sono regole implementate costantemente, contribuiscono quindi certamente ad una buona capacità organizzativa di retention verso talenti e persone di valore.