Storie di Uomini & Aziende

La storia di BioNTech

photo by Jeyaratnam Caniceus

 

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato qualche giorno fa l’immissione in commercio del vaccino anti COVID-19 Comirnaty, sviluppato da BioNTech e Pfizer.

Mentre il nome di Pfizer, multinazionale del settore farma, è noto a tutti, quello di BioNTech ha incuriosito molti, perché fino a qualche mese fa pressoché sconosciuto. I suoi fondatori sono Uğur Şahin e Özlem Türeci, due ricercatori medici di origine turca con storia similare.

Uğur Şahin ha 55 anni ed è nato ad Alessandretta (İskenderun), una città nella Turchia meridionale e importante porto marittimo del Mediterraneo. [member] Alla fine degli anni Sessanta, la sua famiglia migrò in Germania, alla ricerca di maggiori opportunità economiche. Il padre di Şahin trovò lavoro a Colonia in uno stabilimento Ford e accontentò i desideri del figlio, che voleva diventare medico.

Dopo la laurea in medicina, Şahin lavorò per diverso tempo negli ospedali di Colonia e poi si trasferì a Homburg, nel sud-ovest della Germania. Fu dopo questo trasferimento che conobbe Özlem Türeci, mentre continuava a frequentare l’Università.

Özlem Türeci, 53 anni, nata nella Bassa Sassonia da una famiglia di origini turche, con padre medico, decise anche lei seguire la stessa strada, ottenendo una specializzazione in immunologia.

Şahin e Türeci condividono la stessa passione per la ricerca: come ha raccontato in un’intervista la stessa Türeci, anche nel giorno del loro matrimonio nel 2002 si ritagliarono un po’ di tempo per andare in laboratorio, per portare avanti le loro sperimentazioni. L’anno precedente, i due avevano fondato Ganymed Pharmaceuticals, azienda biotech nata per sviluppare una nuova generazione di farmaci contro i tumori. L’idea era quella di sfruttare il sistema immunitario per indurlo a contrastare le cellule cancerose.

L’ azienda riuscì ad avere fondi da diversi investitori e nel 2016 fu venduta alla giapponese Astellas per circa 1,4 miliardi di dollari. Qualche anno prima, Şahin e Türeci avevano intanto avviato la costituzione di una nuova società, BioNTech, per espandere ulteriormente le ricerche nel settore delle immunoterapie contro i tumori.

I ricercatori di BioNTech iniziarono quindi a lavorare sull’RNA messaggero (mRNA), la molecola che si occupa di codificare e portare le istruzioni contenute nel DNA per produrre le proteine. L’azienda si è focalizzata negli anni nella produzione di forme sintetiche di mRNA create in laboratorio, che contengono istruzioni per produrre alcune specifiche proteine, che il sistema immunitario impara poi a riconoscere e a contrastare. Queste proteine possono essere tipiche di alcune cellule tumorali, oppure di agenti esterni come virus e batteri.

Quando a gennaio Şahin e Türeci lessero le prime informazioni su un nuovo coronavirus, ebbero l’idea di sfruttare le conoscenze acquisite con le sperimentazioni svolte da BioNTech per produrre un vaccino di nuova generazione, basato appunto sull’mRNA. Assegnarono circa 500 dipendenti della loro azienda a questa iniziativa, nell’ambito di un progetto chiamato con una certa ambizione “Velocità della luce”, per indicare l’urgenza di individuare in fretta una soluzione efficace. Già da dicembre 2019, BioNTech aveva ottenuto dalla Banca Europea degli Investimenti un prestito da 50 milioni, finanziamento ad alto rischio accordato grazie alla garanzia “Efsi” creata con il Piano Junker.

Il progetto richiedeva però anche qualcuno che avesse poi la capacità di produrre in poco tempo decine di milioni di dosi, nel caso in cui il nuovo vaccino si fosse rivelato funzionante. Fu così che a marzo, BioNTech si accordò con Pfizer per collaborare allo sviluppo del vaccino sperimentale, coinvolgendo anche l’azienda farmaceutica cinese Fosun Pharmaceuticals.

Secondo una classifica realizzata dal settimanale Welt am Sonntag, Şahin e Türeci sono oggi tra le cento persone più ricche della Germania. E oggi, il direttore finanziario di BioNTech può affermare con orgoglio di contare su investitori da tutto il mondo.

[/member]