Ralph Fassey è un nome conosciuto nel mondo farmaceutico italiano. Ma è un ex. Ha lasciato Lundbeck di cui è stato a lungo Amministratore Delegato in Italia. Francese, proveniva da esperienze in Hoechst Roussel e poi Aventis.
Lascia dunque Lundbeck. Riappare nell’Aprile scorso in un ruolo completamente diverso: quello di Presidente del Conservatorio di Musica “G.Verdi” di Milano. Le ragioni sono molteplici e probabilmente la sua competenza e passione musicali non sono inferiori a quelle di manager di industria farmaceutica.
E’ infatti straordinario anche il suo rapporto con artisti quali Karlheinz Stockhausen, icona della musica contemporanea, con il quale Fassey intrattiene una corrispondenza epistolare, che pubblica in un volume: “Lettere a Ralph. Il lato segreto di un compositore straordinario: Karheinz Stockhausen” (Archinto, 2013).
Le settanta lettere che formano il volume raccontano la storia di un rapporto durato quasi quaranta anni tra un grande artista ed un giovane affascinato da chi rappresentava il vertice della musica contemporanea, con capolavori pionieristici della musica elettronica alle opere visionarie, alle roventi polemiche per le dichiarazioni sull’11 settembre.
Tra i tanti, vi è anche il giudizio su Pollini o su Boulez. Ma Fassey riporta anche l’incidente avvenuto dopo le Torri Gemelle che costrinse gli organizzatori dei concerti di Amburgo a cancellare le esibizioni di “Hymnen”. Stockhausen definì l’attacco al World Trade Center come “la più grande opera d’arte possibile nell’intero cosmo”. E sebbene quell’espressione non fu felice e completa, per cui lo costrinsero a ritrattare, ebbe la solidarietà di molti musicisti in tutto il mondo. Infatti Stockhausen intendeva riferirsi alla grandezza dell’opera compiuta per rappresentare l’arte del “male”.
Non solo Stockhausen. Fassey collabora anche al volume “Nureyev” (Rizzoli, 2003), che raccoglie le foto scattate al grande ballerino da Ralph Fassey tra il 1974 ed il 1993.
Vi sono dunque ragioni fondate per la nomina di Fassey al Conservatorio di Musica “G.Verdi”.
Sarebbe interessante avere opinioni da parte di Aventis o di Lundbeck sul suo ruolo di executive. Oppure dai manager che gli riportavano. In particolare se la sua passione artistica abbia influito sulle sue qualificazioni manageriali oppure se si sia creato uno sdoppiamento tra cultura e business.