Interview

Manager & musica. L’intervista

photo by Israel Palacio

Jazz Pharmaceutical è azienda farmaceutica quotata sul Nasdaq. Nella musica, il jazz è l’arte di sfruttare i talenti individuali attraverso la collaborazione, l’improvvisazione e l’evoluzione costante.
È un genere unico, nel suo suono e nella sua composizione, e le connessioni che crea sono individuali.
Nel mondo healthcare, è più o meno lo stesso. E Jazz Pharmaceutical ha scelto questo nome proprio perché riflette perfettamente il modo in cui l’azienda intende l’attività dei propri dipendenti, creativa e personale, ma allo stesso tempo finalizzata ad un unicum armonico.
Sono molti i manager all’interno del mondo farma italiano legati alla musica. Si pensi, ad esempio, alla nomina di Ralph Fassey, per diversi anni AD di Lundbeck Italia, a capo del Conservatorio di Musica “G.Verdi”. Le ragioni sono molteplici e probabilmente la sua competenza e passione musicali non sono inferiori a quelle di manager di industria farmaceutica. O al “rocker” Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria e CEO di Janssen Italia, grande amante della musica nonché frontman della JC Band.
Quante volte guardando un direttore d’orchestra ci è venuto in mente il “capo” di un’azienda?
In effetti le similitudini non mancano: un buon direttore d’orchestra deve saper fare interagire i singoli strumentisti al pari di come deve fare un buon A.D. per il bene della propria azienda, così come un singolo capo reparto deve fare nella sua area di competenza.
Ma la metafora vale anche per chi suona in una rock band? Lo abbiamo chiesto al dr. Salvo Cunsolo, Amministratore delegato Italia strategic capabilities & business operations di Johnson & Johnson Medical, una delle più importanti aziende al mondo nel campo del medical devices.

Riesce a conciliare gli impegni di lavoro con i suoi interessi privati?
Poco e con molta fatica.

Quali sono i suoi ambiti di interesse fuori dal lavoro?
Famiglia innanzitutto. Poi gli amici di sempre, la musica, lo sport, i viaggi, il cinema, i libri…

Da dove le deriva la passione per la musica?
Ho questa passione da quando, da ragazzino sentii per la prima volta in una radio locale The Dark Side of The Moon. Pensai che quel tipo di musica, che non avevo mai sentito prima, venisse da un’altra dimensione. Mi innamorai subito del suono e della espressività della chitarra elettrica. Da quel momento decisi di imparare a suonare come David Gilmour. Non sono mai riuscito nel mio intento…

A che livello si situerebbe? Amatore, dilettante, semi dilettante, musicista mancato?…
Semi-dilettante (o semi professionista a seconda del punto di partenza …)

Come si organizza per dare sfogo alla sua passione?

Suono la chitarra elettrica spenta mentre guardo Netflix quando tutti dormono… Con i compagni di band il fine settimana o dalle 22 alle 24 in sala prove. Sul palco quando suono dal vivo con le mie band.

Quanto tempo dedica al suo hobby musicale?
Tutto quello che posso.

Si possono applicare alla musica competenze aziendali? (es. teamwork, negoziazione, leadership
etc.)

Direi il contrario. Sarebbe utile che i manager applicassero la stessa intensità di studio e la stessa metodologia di training, di prove, di teaming che usano i veri musicisti per preparare sé stessi e le proprie esibizioni…

Chi decide cosa suonare nel suo gruppo? Si definirebbeil leader della sua band? O adottate un sistema di leadership condivisa?
Diciamo che cerco di condividere le mie preferenze musicali con i miei bandmates usando tutte le tecniche
manageriali che conosco per far sì che i brani che preferisco siano messi in scaletta…

Se non avesse fatto il manager di una multinazionale avrebbe mai intrapreso una carriera nella musica?
No. Non ho abbastanza talento e comunque le probabilità di successo sarebbero comunque state infinitesimali.

Cosa prova nel salire su un palco?
Emozione e grande divertimento.

Approverebbe la realizzazione di una sala prove in azienda per consentire ai suoi colleghi di suonare
fuori orario di lavoro?

Non ci avevo mai pensato. Grazie per l’idea!