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Nuovi ruoli. Nascono gli “Health Influencer”

health influencer

La relazione tra medico e paziente è, negli ultimi anni, cambiata molto rapidamente.
La diffusione di Internet e la possibilità di accedere in modo gratuito ed immediato a moltissime informazioni anche di natura sanitaria ha modificato l’equilibrio di quella relazione. In passato, ad esempio, il medico era l’unico che potesse disporre di specifiche nozioni [member] per poter elaborare una diagnosi. Oggi invece spesso sono i pazienti stessi a informarsi parallelamente, su questa o quella patologia. Si tratta di un cambiamento che nasconde delle insidie, ma che offre anche una evidente opportunità a chi opera nel settore per far valere la propria professionalità e competenza. Diventando un “health influencer”. Ma come?
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, un italiano su tre si informa online sulla propria salute. Ma quello che si trova sui siti, purtroppo, non è sempre vero.
Sono oltre 150 le fake news individuate dall’ISS che ha aperto una vera e propria sezione dedicata a “Bufale e falsi miti”, sul proprio sito web. Tra le notizie più ricorrenti, quelle che riguardano la medicina alternativa, l’utilizzo dei farmaci e le proprietà degli alimenti. Di certo è preoccupante la tendenza dei giovani a rivolgersi a Google prima ancora che a un qualsiasi professionista. Secondo lo Studio Nazionale Fertilità del Ministero della Salute, infatti, l’87% dei giovani tra i 16 e i 17 anni si rivolge al web prevalentemente
per ottenere informazioni in ambito sessuale e riproduttivo.

I medici – health influencer
Che nulla possa sostituire il confronto diretto tra medico e paziente è certo. Tutti gli operatori sanitari sono d’accordo nel constatarlo. Tuttavia proprio nell’ottica di un miglioramento della comunicazione e di una ricomposizione del rapporto di fiducia, è diffuso il pensiero secondo cui tocca proprio alle figure sanitarie mettersi in gioco, esprimendosi online per poter affermare la propria professionalità.
Ecco allora che si comincia a parlare di health influencer, ovvero di quei soggetti che, coltivando relazioni sui social network e condividendo informazioni sulla base delle loro competenze, possono influenzare e condizionare i comportamenti dei follower. Ovvero dei cittadini. Si veda il caso del Prof. Roberto Burioni che, a colpi di post su Facebook e tweet, ha iniziato una vera e propria battaglia scientifica a proposito dei vaccini. Visibilità, notorietà, reputazione e relazione sono le caratteristiche necessarie per porsi efficacemente come health influencer online con l’obiettivo di contribuire attivamente alla diffusione di informazioni attendibili.
La scientificità di quanto affermato, insieme alla esplicitazione delle fonti, rimangono elementi che possono e devono fare la differenza nel portare un utente a fidarsi delle informazioni.

Un numero sempre crescente di medici e di professionisti della sanità è attivo online. Questo ha come conseguenza una crescita non soltanto dell’influenza sui potenziali pazienti/utenti, ma anche alla creazione di reti tra i professionisti stessi, mettendo in relazione realtà geograficamente distanti che operano nella stessa direzione. Ovvero la promozione della salute a la divulgazione di informazioni medico-scientifiche. Un caso particolarmente interessante è quello dei professionisti della nutrizione attivi sul social network Instagram. Un numero sempre maggiore di dietologi, nutrizionisti e dietisti sceglie proprio questo canale per spiegare, dati e libri alla mano, come funzionano le diete oppure come scegliere gli alimenti, o come leggere una etichetta. Non manca, poi, chi unisce salute e cucina. Tra i post più amati, infatti, ci sono le fotografie di piatti ricchi, ma preparati con alimenti salutari, ben bilanciati e seguendo cotture adatte. Essere un health influencer in questo caso non si tratta, però, di un’azione di semplificazione della professione, ma apre un’opportunità di contatto e confronto diretto con una platea molto più ampia di quella dei propri clienti. Oltre al fatto che guadagnarsi una certa reputazione basata sulla competenza sui social ha portato anche una crescita professionale e di clienti per alcuni tra i nutrizionisti più popolari.
Le Instagram Stories, inoltre, consentono di “metterci la faccia”, raccontando a voce e in maniera disintermediata tramite video personali giornalieri alcune nozioni che in altri formati potrebbero risultare meno efficaci. Si tratta di un piccolo tassello nella direzione dell’”umanizzazione delle cure” (ovvero unire la pratica clinica con un trattamento complessivo della
persona e un ascolto concreto dei suoi bisogni e delle sue necessità). Che, come sottolineato anche dal Ministero della Salute, dovrebbe essere una priorità per garantire un sostegno a 360° del paziente così come del cittadino.

I social e il web non dovrebbero dunque rappresentare per la sanità solamente una minaccia, a causa delle numerose fake news divulgate, ma anche un’opportunità con dei vantaggi concreti. Oltre che uno spazio di cui approfittare per agire contro la diffusione di informazioni scorrette e per consolidare – anche se in modo atipico e differente dal consueto – il rapporto di fiducia tra medico e paziente. [/member]