Organizzazione & ruoli

“Rubare” il personale formato è concorrenza sleale. La sentenza del Tribunale di Macerata sulla pratica del “Cherry Picking”

Photo by Thomas Quaritsch

Un’azienda accusata di “rubare” i dipendenti ad un’altra competitor. Una pratica che la legge ha definito “concorrenza sleale”, perché l’azienda che li aveva “sottratti” apparteneva “allo stesso settore di quella di provenienza e li aveva assunti con la stessa mansione o comunque con una mansione assimilabile a quella precedente”. Sono queste le motivazioni per le quali il Tribunale di Macerata ha supportato l’accusa presentata da Tigamaro, azienda di Tolentino specializzata nella produzione di pelletteria conto terzi, che aveva appunto presentato un ricorso d’urgenza per bloccare la fuoriuscita dei lavoratori coinvolti. Nel linguaggio tecnico, l’operazione di strappare il personale – dichiarata non lecita dal Tribunale – viene definita “cherry picking”, ossia “raccolta delle ciliegie”, immaginando il frutto maturato sull’albero che viene successivamente raccolto da un altro soggetto.
Da una definizione del Sole24Ore: “Il Cherry picking è una tecnica utilizzata spesso tra aziende concorrenti per strappare (“raccogliere”) all’altra personale giovane, formato con competenze molto alte: l’azienda individua – tramite un insider – determinati lavoratori altamente specializzati, perché una volta inseriti in organico consentono di acquisire non solo le capacità del singolo, ma anche le tecniche di lavorazione sviluppate dall’azienda dalla quale i lavoratori provengono”.
Luca Bortolami, Ceo di Tigamaro, ha definito la decisione presa dal Tribunale come una sentenza esemplare dalla quale si sente tutelato e ulteriormente motivato nell’impegnarsi in progetti di formazione.