Teva, fondata a Gerusalemme nel 1901 e poi spostata alla periferia di Tel Aviv, a Petah Tikva, poggia su basi solide. Sotto l’egida di Eli Hurvitz, al comando di Teva per un quarto di secolo (dal 1976 al 2002), il gruppo aveva adottato un modello di business Ibrido, che costituisce la sua originalità. Il colpo di genio di questo grande capitano d’industria? «Ha saputo cogliere al volo l’occasione che si è presentata nel 1984 quando il Congresso americano ha adottato la legge Hatch-Waxman, che incoraggiava la vendita di farmaci generici e che ha orientato Teva verso questo importante mercato» risponde Shlomo Maital, ricercatore del Technion, l’Istituto israeliano di tecnologia. Ma non solo. Due anni più tardi il Gruppo ha avuto la buona idea di acquistare la licenza di una tecnologia sviluppata dall’Istituto Weizman nel campo della sclerosi a placche, decidendo di correre il rischio di lanciare sul mercato un farmaco innovativo. Successo pieno: l’iniziativa ha portato allo sviluppo del Copaxone, diventato un blockbuster nel trattamento della sclerosi multipla e rivelatosi una manna per Teva, per cui rappresenta quasi il 20% del giro d’affari e la metà dei profitti. Forte di questo Dna storico, il gigante israeliano, il cui fatturato ha raggiunto nel 2014 i 20,3 miliardi di dollari, per un risultato netto di 4,4 ,miliardi, è cresciuto a colpi di acquisizioni (oltre venti nell’arco di quindici anni). Nel 2005 Teva ha lanciato un’Opa amichevole per Ivax, uno dei pesi massimi americani per quanto riguarda i generici, prima di acquisire, cinque anni dopo, il colosso tedesco Ratiopharm – allora ambito da Pfizer – per 3,7 miliardi di euro. In questa politica espansiva Teva non ha sempre avuto fortuna. Le si rimprovera, in particolare, l’acquisto dell’azienda biotecnologica Cephalon nel 2011. Anche se all’epoca, va detto, Teva stava affrontando un periodo turbolento. (…) Lo scorso Luglio Teva ha rotto il salvadanaio e messo sul tavolo 40,5 miliardi di dollari per comprare la divisione generici del gigante americano – ma con sede in Irlanda – Allergan, conosciuto per il celebre Botox. Una mega acquisizione salutata come il ritorno in campo del colosso israeliano leader mondiale nel settore dei farmaci generici, princìpi attivi le cui molecole sono diventate di dominio pubblico. Certo, l’acquisto non ha raggiunto la straordinaria cifra di 160 miliardi di dollari, importo record della fusione annunciata quest’inverno tra il numero uno mondiale del settore farmaceutico Pfizer e … Allergan. Ma per Teva, che aveva appena mancato l’annessione di Mylan, altro gigante dei generici, e si trovava da due anni nell’occhio del ciclone, al punto di essere presentata come possibile bersaglio di un’Opa, si è trattato senza dubbio di un ritorno in forze.
“Ingredienti” principali:
Barr P. (2008)
Ratiopharm (2010)
Taiyo P.I. (2011)
Cephalon (2011)
Labrys B. (2014)
Rimsa (2015)
Auspex P. (2015)
Gecko H. (2015)
Allergan (2015)