Organizzazione & ruoli

TOP M&A 2019

 

Il 2019 è stato un anno di grandi M&A internazionali. AbbVie e Allergan, BMS e Celgene, Amgen e BeiGene, Asahi Kasei Pharma e Veloxis Pharmaceutical, Astellas Pharma e Audentes Therapeutics.
E poi Catalent e Paragon Bioservices, Eli Lilly e Loxo Oncology, Elanco e il Business Animal Health di Bayer. Sono solo alcune delle fusioni/acquisizioni avvenute e annunciate nel 2019/2020 a livello globale. Fusioni e acquisizioni hanno dominato il settore dell’industria farmaceutica [member] e dei dispositivi medicali in particolare nei primi sei mesi del 2019. A dirlo è stato un report di Evaluate dal titolo “Pharma, biotech e medtech, half-year review 2019”, che ha analizzato le diverse operazioni finanziarie nel mercato pharma nella prima parte dell’anno.
Ne è emerso un panorama in cui certamente si evidenziano in particolare due acquisizioni: quella di Celgene da parte di BMS per 74 miliardi di dollari, e quella di Allergan da parte di Abbvie, per 63 miliardi di dollari. Ad inizio anno c’è stato poi il closing dell’operazione Takeda-Shire (52 miliardi di dollari) costato all’azienda nipponica un downgrading da parte di S&P.
E poi un’altra maxi operazione, da parte del colosso Eli Lilly. L’azienda farmaceutica americana ha sborsato otto miliardi di dollari per rafforzare il proprio portafoglio di prodotti contro il cancro, attraverso l’acquisizione di Loxo Oncology.

Nella seconda parte dell’anno sono state invece tre le operazioni da evidenziare. In primis il via libera dell’Antitrust alla fusione tra la sezione Consumer health di GSK con Pfizer. L’azienda britannica avrà la maggioranza delle partecipazioni azionarie pari al 68%, mentre Pfizer avrà una partecipazione del 32%, come si legge in una comunicazione ufficiale.
A settembre Lundbeck ha annunciato la chiusura definitiva dell’accordo per l’acquisizione della biotech Alder, operazione con valore di 1,95 miliardi di dollari. E ancora, l’affare di 3M con l’acquisizione di Acelity, multinazionale texana specializzata nella cura avanzata delle ferite e nelle applicazioni chirurgiche speciali commercializzate con il marchio Kci per un valore totale di circa 6,7 miliardi di dollari.
Tra le ultime in ordine cronologico, è l’operazione a dicembre di Fujifilm, che si porta a casa l’unità di imaging diagnostico di Hitachi per circa 1,63 miliardi di dollari.
Negli USA altre importanti acquisizioni sono state portate avanti da diverse aziende, tra cui Merck e Sobi. La prima ha investito 1,05 miliardi di dollari per acquisire Peloton Therapeutics, biofarmaceutica statunitense specializzata in small molecules contro il cancro e altre patologie. La seconda ha finalizzato l’acquisizione dell’americana Dova Pharmaceuticals per un totale di 915 milioni di dollari.
Anche nell’ambito della salute animale ci sono state grosse novità. Da segnalare è senz’altro quella che ha visto la cessione della business unit animal health di Bayer a Elanco. La transazione dovrebbe perfezionarsi a metà del 2020, per un valore di 7,6 miliardi di dollari. Quale l’impatto delle operazioni di M&A sulle subsidiaries nel nostro Paese? Naturalmente la tendenza è
quella usuale: ottimizzazione commerciale ed operativa, piani attenti di “integration”. Nel 2019 è stata anche confermata la regola per cui chi acquisisce mantiene la leadership e normalmente i ruoli di vertice. Lo è quindi in Italia per BMS/Celgene (Emma Charles), per AbbVie/Allergan (Fabrizio Greco), per Takeda/Shire (Rita Cataldo). [/member]