R&S farmaceutica in Italia, i dati Farmindustria 2021

photo by Chokniti Khongchum

 

L’industria farmaceutica in Italia è sempre più impegnata nella Ricerca. Secondo i recenti dati Farmindustria (indicatori luglio 2021), nel 2020 le imprese del farmaco hanno investito in Ricerca e Sviluppo 1,6 miliardi di euro, il 6% del totale degli investimenti in Italia (+1,4% rispetto al 2019).

Dal 2015 al 2020 la crescita degli investimenti in R&S è stata del 14%, trend che ha portato risultati molto importanti, in particolare in alcune aree di specializzazione
sempre più in partnership con le strutture pubbliche. Ad esempio, i farmaci biotech, i vaccini, i plasmaderivati, le terapie avanzate e i farmaci orfani. E nella fase clinica, fondamentale per l’accesso alle terapie, nella quale ogni anno in Italia le imprese investono oltre 700 milioni di euro, spesso nelle strutture del SSN, offrendo anche possibilità di crescita professionale a medici e ricercatori, rendendo disponibili per i pazienti terapie innovative, sostenendo tutti i costi connessi, come l’ospedalizzazione e gli esami diagnostici. Si calcola che per 1 euro investito in studi clinici il beneficio economico complessivo per il SSN è 2,8 euro (fonte: ALTEMS).

Inoltre la farmaceutica è prima tra i settori in Italia per investimenti in Open Innovation per addetto e per quota di imprese con accordi di collaborazione con Università e Centri di ricerca pubblici (80%). Evidenze che misurano l’importanza della presenza delle imprese del farmaco per la crescita di tutto l’ecosistema della Ricerca del paese.

L’Italia ed il ruolo fondamentale nella Ricerca contro il Covid

La lotta al Covid ha visto in prima linea le imprese del farmaco e tutto l’ecosistema della Ricerca in Italia. Oltre alla rapida riorganizzazione delle attività per
assicurare la continuità operativa e la disponibilità di tutte le terapie, le imprese del farmaco – insieme a tutti gli attori del sistema della ricerca nel Paese – hanno
concorso a una produzione di circa 8 mila pubblicazioni di Ricerca, che posiziona l’Italia ai primi posti a livelli internazionale.

Inoltre, in più del 90% dei casi le imprese del farmaco in Italia hanno confermato o incrementato gli investimenti in R&S e in digitalizzazione, per non interrompere
il flusso di innovazione nel Paese e per consentire ai pazienti di proseguire le necessarie terapie. Gli investimenti hanno anche consentito di incrementare i brevetti per farmaceutica e biotecnologie presentati allo European Patent Office dalle imprese in Italia: +29% nel 2020, più della media Ue (+10%). Tendenza che si riscontra anche nell’ultimo decennio, ma che dovrà essere ulteriormente rafforzata per colmare il gap nel numero di brevetti tuttora inferiore rispetto ai nostri competitor.

La farmaceutica come investimento strategico per l’economia nel mondo

La R&S farmaceutica porta ogni anno un numero crescente di terapie, fondamentali per la salute. Ed è anche un investimento strategico per l’economia.
La farmaceutica è prima a livello internazionale con 167 miliardi di euro investiti all’anno, un valore superiore a quello dei profitti, secondo dati della Commissione
Europea.
Rappresenta il più grande investimento in R&S al mondo e le imprese tra il 2020 e il 2026 anni investiranno 1.500 miliardi di dollari, per l’80% destinati a un
network di open innovation costituito da soggetti diversi (imprese, enti pubblici, start up, parchi scientifici, centri clinici…). Una grande opportunità per l’Italia, che
può tradursi in un ulteriore aumento di occupazione e investimenti.

L’industria farmaceutica è un partner essenziale di sviluppo e innovazione. La crisi sanitaria ha indicato la necessità di aumentare gli investimenti, accelerando
i processi già in corso, con una rafforzata alleanza strategica tra le imprese private e le Istituzioni pubbliche. Investire in ricerca significa migliorare la salute e l’aspettativa di vita dei cittadini, attrarre nuove risorse e talenti per lo sviluppo economico e sociale del Paese.
Attrattività che ha bisogno di strumenti e regole certe per incentivare la ricerca di base, gli studi clinici, la registrazione e la protezione dei brevetti, il trasferimento
tecnologico e digitale dei dati e, in definitiva, per rendere più forte l’ecosistema dell’innovazione.