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Le videocall “no-stop” stressano il cervello. Lo afferma uno studio Microsoft

photo by Anna Shvets

 

Smartworking o no, passare da una videoconferenza all’altra senza alcuna pausa è sicuramente stressante per il nostro cervello “sempre attivo”. Mentre invece, un breve stop consentirebbe di limitare gli effetti negativi. Lo afferma una ricerca condotta analizzando l’attività cerebrale di alcuni volontari da Microsoft, che ha appena introdotto la possibilità di fare alcune “pause obbligatorie” nel suo applicativo Outlook.

La ricerca è stata condotta su 14 persone, che hanno indossato un dispositivo per l’elettroencefalogramma mentre partecipavano a due diverse sessioni di videoconferenze.

In un caso dovevano seguirne quattro da mezz’ora senza intervalli, mentre nel secondo era prevista una pausa di dieci minuti fra l’una e l’altra. Gli esperti scrivono sul loro sito web: “Questi sono i tre risultati principali della ricerca. Le pause permettono al cervello di fare un ‘reset’, riducendo lo stress cumulativo dovuto ai meeting. Gli incontri ‘back to back’ riducono la capacità di concentrarsi e di partecipare attivamente alle riunioni. Anche il semplice fatto di sapere di dover passare immediatamente da una videoconferenza all’altra, infine, fa aumentare i segnali di stress nelle onde cerebrali, fenomeno che non avviene se c’è la pausa”.

Per tentare di ridurre il fenomeno, Microsoft ha inserito la possibilità di inserire nuove impostazioni sui meeting nelle proprie applicazioni. Gli utenti possono quindi fare delle scelte per cui di default i meeting vengono accorciati per consentire il break, ma anche le organizzazioni stesse possono imporre delle pause obbligatorie per tutti i dipendenti.